Abbiamo presentato le azioni che possono essere subito attivate per ridurre i rischi per cittadini e orsi favorendo la convivenza.
Alle
innumerevoli mancate risposte del Presidente Fugatti, compresa quella odierna a
un incontro e alla possibilità di visitare l’orsa JJ4 al Casteller, LAV ha ribattuto con una conferenza stampa a Trento e davanti al Casteller stesso, per
dichiarare in via ufficiale e tramite i media ciò che avrebbe potuto dire
direttamente alla Provincia Autonoma.
Nel ricordo di Andrea Papi e della sua famiglia che non vuole l’uccisione di JJ4, continuiamo ad essere preoccupati per la mancata attivazione delle attività di informazione e prevenzione, innanzitutto, e per la vita degli orsi - compresi i 3 cuccioli di JJ4, ora soli, che potrebbero spingersi verso i centri abitati in cerca della mamma e imbattersi nuovamente negli esseri umani.
Avvenimenti tragici, come quello della morte di Andrea Papi, sono la dimostrazione non della colpevolezza degli orsi, ma della trascuratezza e non curanza con cui la Provincia di Trento ha, negli anni, trattato il tema della convivenza con gli animali selvatici”
Proposte ignorate
A febbraio 2021, un anno prima che JJ4 partorisse i cuccioli che l’accompagnavano nel momento della cattura e la cui difesa potrebbe essere all’origine dell’aggressione mortale, la Provincia di Trento aveva ricevuto il parere positivo di ISPRA per procedere alla sterilizzazione dell’animale, perché “l’approccio proposto potrebbe effettivamente prevenire ulteriori comportamenti aggressivi da parte della femmina, escludendo ulteriori riproduzioni future dell’animale”, ma per motivi sconosciuti la Giunta Fugatti decise di non dare luogo alla sterilizzazione.
Questo nonostante ISPRA avesse precisato che, in assenza di cuccioli, l’orsa poteva essere potenzialmente innocua e nonostante, addirittura, non fosse stato sostituito il radiocollare guasto.
Nello stesso anno, a seguito del convegno internazionale da noi promosso “Convivere con gli orsi in Trentino”, LAV era riuscita finalmente a incontrare l’assessora provinciale Zanotelli e il dirigente provinciale De Col e Giovannini, consegnando loro le proposte di una strategia di convivenza pacifica con gli orsi. Unico risultato sono state delle alzate di spalle e soprattutto nessun atto è seguito a quell’incontro da parte dell’amministrazione, che non ha neanche voluto partecipare al Convegno dove erano presenti esperti internazionali ed Istituzioni, tra cui la stessa ISPRA.
Una delle proposte del nostro piano strategico era la sostituzione di tutti i cassonetti dei rifiuti con i “modelli anti-orso”. La presenza di cibo è infatti considerata uno dei fattori principali che spinge gli orsi a diventare “confidenti”, ossia ad abbandonare la loro naturale diffidenza nei confronti dell’uomo, identificato invece come fonte di cibo di facile reperibilità.
Eppure, nulla di tutto ciò è stato fatto. Non si è voluto mettere in atto attività di prevenzione, sensibilizzazione e informazione; quindi, ora alla Provincia di Trento non rimane altro che scaricare le responsabilità sugli orsi e prendere provvedimenti drastici: rinchiuderli e addirittura ucciderli.
Due santuari rifugi pronti ad accogliere gli orsi
LAV oggi ha illustrato le due possibili destinazioni per i tre orsi considerati “problematici”, pur di salvargli la vita e a prescindere dall’esito dei Tribunali: sono due santuari rifugi che sono pronti ad accogliere immediatamente gli orsi condannati a morte. Si tratta di Gnadenhof für Bären, in Germania, e di Al Ma'wa for Nature and Wildlife, in Giordania, realizzato da Princess Alia Foundation e da Four Paws, due luoghi verificati da LAV, adeguati a far vivere gli orsi sereni e al meglio possibile per le loro caratteristiche etologiche.
Il Casteller, infatti, è un ergastolo che ha una superficie totale, per ogni orso, equivalente a un terzo del campo da gioco del Trento Calcio, Casteller sul quale pende anche un fascicolo presso il Tribunale penale di Trento. Si rende quindi inutile il provvedimento di uccisione degli animali: una soluzione che non prevede violenza c’è e non può essere ignorata, anche alla luce della riforma della Costituzione, che all’art. 9 prevede espressamente “la tutela degli animali e della biodiversità”.
Chiediamo quindi alla Provincia di Trento di accettare la nostra proposta e di affidarci la custodia di JJ4, MJ5 e M49, così da poter procedere con il loro trasferimento, poiché una volta catturati, la loro uccisione aggiunge nulla alla paventata sicurezza dei trentini
I veterinari: JJ4 non è un pericolo
Tra l’altro l’ordine dei medici veterinari afferma che “non si rilevano al momento pericoli verso la popolazione in quanto risulta catturata e custodita”.
LAV,
infatti, accoglie con soddisfazione la dichiarazione odierna dei veterinari
trentini che “sollecita i colleghi professionisti veterinari
addetti a vario titolo di non assumere alcuna iniziativa che possa provocare la
morte del soggetto per eutanasia, in applicazione del codice deontologico
nazionale dei medici veterinari perché si ucciderebbe un animale sano”.
Il futuro degli orsi trentini
Rispetto, infine, alla volontà del Presidente Fugatti di ridurre il numero degli orsi in Trentino a soli 50, LAV ritiene il provvedimento come frutto di incompetenza e improvvisazione. Solo la mancanza di opere di prevenzione e gestione della convivenza comporta incidenti, che quindi possono avvenire sia che siano in una popolazione composta da 50 orsi, sia che siano in una popolazione di 100 orsi. Ricordiamo, ad esempio, il caso dell’orsa Daniza, catturata e uccisa dalla Provincia di Trento per un’aggressione avvenuta nel 2014, quando in Trentino il numero stimato di orsi era tra i 41 e i 51 cioè proprio il numero totale che Fugatti invoca ora.
Il futuro degli orsi trentini non può stare sul tavolo del “Comitato provinciale per l'Ordine Pubblico e la Sicurezza". Deve trovarsi soprattutto sul tavolo scientifico ed etico con Ministero dell'Ambiente, ISPRA, Unione Europea ed associazioni animaliste e ambientaliste che, con cognizione di causa, possano lavorare ad un serio progetto di convivenza pacifica garantendo sia la sicurezza che la vita degli orsi, che non hanno altra colpa se non quella di comportarsi come tali