Home | Notizie | Xenotrapianti: deceduto ad appena 2 mesi dal trapianto di rene da un maiale

Xenotrapianti: deceduto ad appena 2 mesi dal trapianto di rene da un maiale

Per chi lo aveva operato l'organo sarebbe durato almeno due anni.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

giovedì 16 maggio 2024

Topic


Condividi

Vivisezione: l'illusione di una falsa scienza

A distanza di due anni dalla morte di un uomo a cui era stato trapiantato il cuore di un maiale, un'altra vittima della sperimentazione animale è deceduta a seguito del trapianto di rene (sempre suino), ad appena due mesi dall'operazione: i medici avessero indicato almeno 2 anni di sopravvivenza.

Nonostante l'utilizzo di animali come bacini di organi da trapiantare sulla specie umana sia assai fallimentare e pericoloso, continuano a essere finanziate, e ciecamente sostenute, le ricerche volte a “adattare” a livello genetico gli organi di maiale o scimmia per l'uomo.

La modificazione genica nasce dalla necessità di ovviare al rigetto, uno dei numerosi problemi legati ai trapianti, ma non basta rimuoverne i geni «responsabili» sostituendoli con quelli umani per avere un modello che funzioni.

Le difficoltà sono numerose, come nel caso di agenti patogeni - innocui perché specie specifici e frutto di un percorso evolutivo - che, se trapiantati in un'altra specie, possono essere molto pericolosi, soprattutto in caso di azzeramento del sistema immunitario, come nel processo di trapianto.

Infine, qual è il limite del numero di geni umani inseriti per cui si parla di essere umano o di animale, con conseguenti tutele legali?

Il mondo della vivisezione crea animali a proprio uso e consumo in base a cosa gli serve per gli esperimenti (es ratti con specifiche malattie) ma nella realtà dei fatti sono degli esseri senzienti privati dell'identità di specie e che non vedranno mai la luce del sole perchè costretti in laboratori sotterranei.

In Italia abbiamo ottenuto il divieto di fare ricerche sugli xenotrapianti nel 2014, ma questo bando, con numerose proroghe, è stato posticipato al 2025, permettendo a questa pratica obsoleta e invasiva di continuare ad essere perpetrata.

LAV continuerà a combattere perché questo importante divieto non sia prorogato ulteriormente e venga attuato evitando dispendio di soldi, lavoro e vite!

Le soluzioni innovative in questo ambito ci sono e potrebbero essere incentivate: dalla donazione del corpo post mortem e di organi/tessuti, ai metodi sostitutivi alla sperimentazione animale come l'ingegneria tissutale e gli organi artificiali coltivati a partire da cellule umane del paziente che consentirebbero di ricreare l'organo umano e le sue funzionalità pienamente compatibili.

La scienza che consente un progresso rapido delle conoscenze, salvando vite umane e animali è possibile e doverosa, ma senza un adeguato sostegno economico siamo ancorati a metodi ottocenteschi basati su modelli animali.

Rinnoviamo, quindi, la richiesta al Ministro Bernini affinché vincoli almeno l'1% dei fondi del PNRR alla ricerca innovativa, dando riscontro alle oltre 48 mila persone che hanno già firmato il nostro appello!

FIRMA QUI