La situazione è più che preoccupante: il mondo sta curando solo i sintomi sanitari ed economici della pandemia da Coronavirus, ma non si occupa delle cause ambientali, dei sistemi alimentari, della salute degli animali, che stanno a monte dello scoppio di gravi epidemie e, se continua così, possiamo attenderci un flusso costante di malattie che "salteranno" dagli animali all'uomo nei prossimi anni.
Questo l'avvertimento gli autori dell'atteso Rapporto "Prevenire la prossima pandemia" a cura del Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e dell'Istituto Internazionale di Ricerca Zootecnica (ILRI) che spiegare le cause della pandemia di COVID-19 e di altre zoonosi, con l'obbiettivo di fornire ai decisori politici una migliore comprensione del contesto da cui possono svilupparsi catastrofici focolai di malattie zoonotiche.
sono i primi 2 dei 7 fattori indicati nel Rapporto come cause alla base dell'elevato pericolo di scoppio e diffusione di patologie gravi e trasmissibili.
Gli altri sono:
"I rischi principali per un futuro spillover di malattie zoonotiche sono la deforestazione degli ambienti tropicali e l'allevamento su scala industriale e ad alta densità, in particolare di maiali e di polli - afferma Thomas Gillespie (Emory University_USA), uno degli esperti del Rapporto UNEP - Siamo a un punto di crisi. Se non cambiamo radicalmente il nostro atteggiamento nei confronti della natura, andrà molto, molto peggio. Ciò che stiamo vivendo ora sembrerà una cosa leggera in confronto."
Circa il 60% delle infezioni umane ha un'origine animale e di tutte le nuove ed emergenti malattie infettive umane, spiegano gli esperti, circa il 75% effettua il salto di specie da altri animali all'uomo. Le zoonosi più descritte avvengono indirettamente e spesso attraverso il sistema alimentare. E, come abbiamo già raccontato, le bombe a orologeria sono già innescate.
Tra i passi consigliati da UNEP per un'efficace prevenzione c'è il rafforzamento del monitoraggio e della normativa di controllo sui sistemi alimentari per poter individuare in tempo i principali fattori che causano patologie emergenti negli allevamenti.
Il rischio è sempre presente ed aumenterà, avvertono gli autori: nei paesi ad alto reddito ci sono stati pochi cambiamenti nel consumo di alimenti di origine animale negli ultimi quattro decenni, ma le nazioni a basso e medio reddito, insieme ad un significativo aumento della popolazione, negli ultimi 50 anni hanno registrato un'elevata crescita della "produzione" di carne (260%), latte (90%) e uova (340%) e si prevede che questa tendenza continuerà.
I responsabili politici e i legislatori seguiranno le raccomandazioni degli scienziati?
Ce lo auguriamo ma non stiamo ad aspettare. Possiamo fare anche noi tutti la nostra parte, come spiegato nel nostro Manifesto #NONCOMEPRIMA, facendo pressione sull'opinione pubblica e sui decisori per ridimensionare al massimo il super potere distruttivo e rischioso del settore zootecnico e favorendo, con l'orientamento verso le proteine vegetali, un nuovo modello alimentare mondiale, del tutto meno rischioso.
Paola Segurini, Area Scelta Veg | Roberto Bennati, Direttore Generale LAV