Si conclude positivamente l’incredibile vicenda che ha visto coinvolto il professor C.R., denunciato dalla LAV nell’ottobre del 2010 per aver ucciso a martellate due conigli in classe. Il docente, già condannato a 8 mesi di reclusione per i reati previsti dagli articoli 544 bis e ter c.p, ha visto respinto il ricorso “contro la decisione della Corte di Appello di Milano del 2013 che aveva dato il nulla osta al licenziamento del docente, per i suoi «gravi» e «anomali» comportamenti”; una decisione della Suprema Corte che conferma come, anche per la giurisprudenza e il Diritto l’animale sia sempre più lontano dal concetto di “res”, e venga invece considerato essere senziente, come oltretutto stabilito dal Trattato di Lisbona.
Una decisione, quella della Cassazione, che sostiene il diritto degli animali alla vita e quello degli studenti al buon insegnamento, da garantire con metodi civili, innovativi e utili. Un risultato reso possibile grazie alle lunghe testimonianze e al coraggio di professori e studenti che hanno voluto smascherare i gravissimi atti compiuti dal docente.
Il professore, medico chirurgo, aveva fatto arrivare a scuola quattro conigli, fatti uccidere appositamente per scopi didattici, ma due di questi, ancora vivi, erano usciti fuori dal contenitore. A quel punto, il docente aveva prima cercato di strangolarli, quindi li aveva colpiti ripetutamente a pugni, per poi uccidere uno degli animali, sopravvissuto alla prolungata violenza, colpendolo a martellate sulla testa: scene raccapriccianti, degne di bassa macelleria e, fatto ancor più grave, eseguite anche davanti a dei minorenni. (leggi l'articolo su La Stampa on line)
“Metodi così incivili – spiega Michela Kuan, responsabile LAV Area Ricerca senza Animali - oltre ad essere eticamente inaccettabili, sono totalmente inutili dal punto di vista scientifico e didattico, in quanto l’anatomia non si insegna più sezionando animali ma tramite un’ampia disponibilità di modellini, plastici, video e ricostruzioni interattive tridimensionali, che oltretutto simulano e spiegano l’organismo di molte specie, non solo di una”.
“A ciò si aggiunga che la visione di questi atti è fortemente diseducativa e che da tempo gli psicologi mettono in guardia sui potenziali danni arrecati ai ragazzi da questo tipo di esperienze – prosegue Ilaria Marucelli, Area A Scuola con LAV -– sorprende come la scuola, luogo deputato all’insegnamento di una cultura di pace, di solidarietà, di rispetto per gli altri, umani e animali, possa esser stata teatro di un episodio che stride con lo stesso valore intrinseco della vita”.