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Rinviata l'udienza del processo contro l'indagato per l'uccisione dell'orsa Amarena
Rinviata l'udienza del processo contro l'indagato per l'uccisione dell'orsa Amarena
Noi di LAV siamo andati ad Avezzano per far sentire la nostra voce e per chiedere giustizia. Insieme alle altre associazioni chiediamo una condanna efficace.
Insieme alle altre associazioni, confidiamo in una condanna efficace
Oggi, 23 dicembre, a poco più di un anno dall’uccisione dell’orsa Amarena, si è aperto il procedimento presso il Tribunale di Avezzano contro l’uomo che si era autodenunciato ai Carabinieri, ammettendo la sua responsabilità per l’uccisione di animale con “crudeltà e senza necessità”.
Noi di LAV, assistiti dall'avvocato Pezone, siamo stati presenti ad Avezzano con il nostro Presidente Gianluca Felicetti, con membri dello staff nazionale e con attivisti delle sedi di LAV Roma e LAV Pescara per far sentire la nostra voce e per chiedere giustizia per l'orsa uccisa.
La Giudice ha raccolto gli atti di richiesta di costituzione di parte civile di noi di LAV e delle tante associazioni che hanno chiesto che si faccia giustizia per un’orsa barbaramente uccisa a colpi di fucile nonostante non avesse mai avuto atteggiamenti aggressivi nei confronti degli esseri umani, tanto da essere diventata una sorta di simbolo per il territorio abruzzese, protagonista di numerosi video quando casualmente incrociava i centri abitati accompagnata dai suoi cuccioli.
Oltre alle associazioni di tutela degli animali, si sono costituiti anche enti pubblici quali la Regione Abruzzo, il Comune di San Benedetto dei Marsi dove è avvenuta l’uccisione e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, a testimonianza di quanto, in Abruzzo vi sia una spiccata sensibilità alla tutela degli orsi e alla convivenza pacifica con i cittadini, a differenza di quanto avviene invece in Trentino, dove il Presidente Fugatti non ha mai speso una sola parola per condannare i tanti atti di bracconaggio che nel territorio da lui amministrato hanno portato all’uccisione di almeno sei orsi e i cui responsabili restano tuttora ignoti.
Ora auspichiamo la rapida fissazione della data di avvio del processo e che si arrivi a una sentenza di condanna che sia di esempio per tutti coloro che ancora ritengono lecito farsi giustizia da sé in tutti quei casi in cui le attività umane entrano in conflitto con gli animali selvatici.LAV, LIPU, LNDC, Salviamo l'orso, Rewilding Apennines, WWF
L’uomo oggi imputato si era infatti autodenunciato ai Carabinieri, ammettendo di avere ucciso l’orsa Amarena accampando motivazioni che riguardavano la sicurezza personale, ma le evidenze raccolte dagli investigatori hanno permesso di dimostrare che quando l’orsa è stata uccisa non aveva assunto alcun atteggiamento aggressivo, poiché si trovava sulle quattro zampe.
Insieme alle altre Associazioni chiederemo di valutare anche il grave danno ambientale procurato dall’indagato uccidendo un’orsa in età riproduttiva, facente parte di una popolazione sull’orlo del rischio di estinzione, come quella dell’orso bruno marsicano.
Noi di LAV, e le altre associazioni, seguiremo ogni udienza per dare un contributo concreto e attivo perché si arrivi a una sentenza di condanna nel più breve tempo possibile, scongiurando il rischio di scorciatoie quali il patteggiamento o altri strumenti che possano alleggerire le responsabilità di un atto così violento ed efferato quale l’uccisione di una mamma nel preciso momento in cui stava educando i suoi piccoli alla vita. Nel frattempo, a livello nazionale, continuiamo a lavorare affinché si giunga ad un inasprimento delle pene previste per questo tipo di reati: è vergognoso che chi uccide un animale sull’orlo dell’estinzione rischi al massimo una condanna a poco più di due anni (che sicuramente non passerà in carcere) o un’ammenda inferiore al valore dell’arma con cui lo ha ucciso.Le Associazioni
Poco più di un anno fa è stata uccisa a sangue freddo l'orsa Amarena, l'animale il simbolo della convivenza pacifica tra uomo e orso.Amarena non aveva mai avuto atteggiamenti aggressivi nei confront... LEGGI I DETTAGLI
Poco più di un anno fa è stata uccisa a sangue freddo l'orsa Amarena, l'animale il simbolo della convivenza pacifica tra uomo e orso.
Amarena non aveva mai avuto atteggiamenti aggressivi nei confronti degli esseri umani, tanto da essere diventata una sorta di mascotte per il territorio abruzzese, protagonista di numerosi video quando casualmente incrociava i centri abitati accompagnata dai suoi cuccioli.
Il responsabile della morte di Amarena è noto: è giunta la notizia che la Procura ha deciso di rinviarlo a giudizio per il reato di uccisione di animali.
L'udienza preliminare ha quindi una data: il prossimo 23 dicembre. E noi ci saremo, per Amarena e per tutti gli animali selvatici che rischiano di cadere vittima dei fucili.
Sono passati quasi dieci mesi da quando l'orsa è stata uccisa.
L’orsa non aveva mai avuto atteggiamenti
aggressivi nei confronti degli esseri umani, tanto da essere diventata una
sorta di m... LEGGI I DETTAGLI
Sono passati quasi dieci mesi da quando l'orsa è stata uccisa.
L’orsa non aveva mai avuto atteggiamenti
aggressivi nei confronti degli esseri umani, tanto da essere diventata una
sorta di mascotte per il territorio abruzzese, protagonista di numerosi video quando
casualmente incrociava i centri abitati accompagnata dai suoi cuccioli.
Ora la Procura di Avezzano ha chiuso le indagini sulla sua uccisione, raccogliendo
elementi sufficienti per portare sul banco degli imputati l’uomo
che si era autodenunciato ai Carabinieri, accusato di uccisione di animale con
crudeltà e senza necessità.
Già il giorno successivo all’uccisione
dell’orsa, avevamo depositato una circostanziata denuncia contro il responsabile e chiesto il coinvolgimento del Centro Nazionale di Referenza per la Medicina Forense Veterinaria e una perizia balistica. Queste due azioni, oggi sappiamo, hanno permesso di dimostrare che quando l’orsa è stata uccisa non aveva assunto alcun atteggiamento aggressivo, poiché si trovava sulle quattro
zampe.
A differenza di quanto accade per il Trentino, il territorio del Parco d’Abruzzo Lazio e Molise è stato sempre portato come esempio della convivenza pacifica tra umani e orsi. L’uccisione di Amarena deve quindi essere punita con una pena esemplare, perché rischia non solo di compromettere l’immagine di un territorio e dei suoi abitanti, ma anche la sopravvivenza stessa degli orsi nella regione.Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici
Chiederemo nuovamente, come già fatto in precedenza, di valutare anche il grave danno ambientale procurato dall’indagato
uccidendo un’orsa in età riproduttiva, facente parte di una popolazione sull’orlo
del rischio di estinzione, come
quella dell’orso Marsicano.
Ora la parola passa al Tribunale di Avezzano, dove il nostro l’ufficio legale seguirà ogni udienzaper dare un contributo concreto e attivo perché si
arrivi a una sentenza di
condanna nel più breve tempo possibile, evitando scorciatoie come il
patteggiamento o altri strumenti che possano alleggerire le responsabilità di
un atto così violento ed efferato quale l’uccisione di una mamma nel preciso
momento in cui stava educando i suoi piccoli alla vita.
Il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, che pochi giorni fa ha visto l'uccisione dell'orsa Amarena e la conseguente fuga dei suoi due piccoli, comunica di averli avvistati. Apprendiamo con ... LEGGI I DETTAGLI
Il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, che pochi giorni fa ha visto l'uccisione dell'orsa Amarena e la conseguente fuga dei suoi due piccoli, comunica di averli avvistati.
Apprendiamo con grande soddisfazione che ha avvistato i due cuccioli di Amarena assieme all’interno dell’area protetta, in una situazione in cui uno dei due si stava alimentando autonomamente raccogliendo frutta da un albero. Questa è una bellissima notizia che conferma che i due cuccioli sono vivi e stanno bene.Massimo Vitturl, responsabile Animali Selvatico
La preoccupazione è per il loro futuro.
Zoologi esperti
di orsi affermano che ce la possano fare a superare l’inverno, anche se
potranno trovarsi di fronte diverse minacce, quali predatori e altri maschi
adulti. Allo stesso tempo gli esperti mettono in guardia dall’ipotesi di
catturare i cuccioli perché potrebbero abituarsi alla presenza umana e quindi
al successivo rilascio in natura assumerebbero comportamenti confidenti che li
condurrebbero ad avvicinarsi agli insediamenti umani, con conseguenze molto
rischiose per loro e che abbiamo già visto in Trentino.
Confidiamo nella competenza e responsabilità degli operatori e del direttore del PNALM e siamo certi che faranno la scelta migliore per assicurare la miglior vita possibile ai due cuccioli, perché possano diventare adulti e simboli della presenza di Amarena che, nonostante la crudeltà umana continuerà ad essere presente in quegli splendidi territori.Massimo Vitturl, responsabile Animali Selvatici
Amarena è stata uccisa.Oltre a denunciare, chiediamo anche la perizia balistica per ricostruire con esattezza
i fatti e l'autopsia dell’orsa presso il Centro
di referenza per ... LEGGI I DETTAGLI
Amarena è stata uccisa.
Oltre a denunciare, chiediamo anche la perizia balistica per ricostruire con esattezza
i fatti e l'autopsia dell’orsa presso il Centro
di referenza per la medicina forense veterinaria di Grosseto.
L’animale simbolo della
possibile convivenza pacifica tra umani e orsi è caduto sotto il piombo del fucile imbracciato da una persona che sarebbe già stata identificata, stando
alle notizie diffuse dal Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, un Parco che tutela gli orsi e che è subito intervenuto per fare chiarezza sull'incresciosa vicenda.
Non è noto il motivo del
gesto che avrebbe mosso la mano assassina, ma nulla può mai giustificare un
delitto così efferato, reso ancora più grave perché Amarena era stata avvistata
pochi giorni fa accompagnata dai suoi cuccioli.
"Il territorio del Parco d’Abruzzo Lazio e Molise è stato portato sempre come esempio della convivenza pacifica tra umani orsi e quanto accaduto la scorsa notte è frutto esemplare della stessa mentalità di dominio umano nei confronti della fauna selvatica che lo accomuna al resto d’Italia.”Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici
Il clima d’odio creato dalla politica nazionale e locale nei confronti di tutti gli animali selvatici e in particolare degli orsi trentini è il primo responsabile della morte di Amarena.
Governatori che demonizzano quotidianamente questi animali davanti agli occhi dei cittadini, millantando uccisioni e trasferimenti di massa, e si rifanno sempre e solo a cacciatori e fucili per la “gestione” della fauna selvatica non fanno altro che legittimare implicitamente questa barbarie.
Avere soffiato sul fuoco delle legittime preoccupazioni dei cittadini in Trentino, creando due fazioni, una pro e una contro gli orsi, ha avuto un riverbero nazionale e ora è Amarena ad averne fatto le spese, vittima di un atto vigliacco e crudele.
"Il nostro primo pensiero va ai cuccioli di Amarena e alle loro possibilità di sopravvivenza, sosterremo il Parco d’Abruzzo Lazio e Molise con ogni mezzo possibile, il nostro ufficio legale è già al lavoro per depositare la denuncia e non molleremo fino a che il responsabile del vile assassinio non sarà condannato con una pena esemplare.”LAV
Il 16 settembre, vigilia dell’apertura della stagione venatoria, saremo a Trento per protestare contro il più grande attacco mai sferrato contro la fauna selvatica. Invitiamo tutti a partecipare affinché nessun orso, lupo, o animale selvatico sia più vittima di una politica incapace di favorire la convivenza pacifica.
[youtube:ivyO3io0ayo]La perdita di Amarena è un fatto gravissimo, era in età fertile e aveva già dato alla luce diversi cuccioli.La popolazione
di orso bruno marsicano è molto delicat... LEGGI I DETTAGLI
La perdita di Amarena è un fatto gravissimo, era in età fertile e aveva già dato alla luce diversi cuccioli.
La popolazione
di orso bruno marsicano è molto delicata, se ne contano pochissime decine di individui.
Perdere una mamma è un danno enorme.
L' addolorata testimonianza di Michela, capoguardia del servizio di sorveglianza del Parco
Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che ha tentato di soccorrere l’orsa dopo lo
sparo fatale, ci conferma le circostanze dell'accaduto. Amarena è stata uccisa
a sangue freddo.
La capoguardia, allertata perché era stata segnalata la
presenza di un orso, è riuscita ad arrivare - purtroppo dopo aver sentito uno colpo - nella proprietà privata dove stava recandosi.
Trovato il cancello aperto si è trovata di fronte una persona, l’indagato, che
le ha comunicato di aver sparato all’orso.
E' riuscita a raggiungere l’animale e ha visto che era a terra
agonizzante. Si è avvicinata e ha riconosciuto Amarena, perché l’orsa ha alzato
un po’ la testa, dove aveva una inconfondibile cicatrice.
Era viva!Allertati veterinario e direttore del Parco, Michela ha atteso che
arrivasse l’unità d’intervento.
Nel frattempo, Amarena si è alzata, si è messa
su quattro zampe e piano piano ha fatto tutto il tragitto fino ad andare a
morire proprio all’angolo del cancello da dove la guardia del Parco ci racconta il ferale episodio.
Come era entrata Amarena? In una corte molto ampia, in fondo c’è un pollaio, lei si era
introdotta dalla parte dei campi, non molto recintata, quasi aperta: era
riuscita a entrare insieme ai piccoli, che si sono purtroppo a poco a poco allontanati.
L’apprensione di Michela e dei suoi colleghi, come la nostra, ora è tutta per i cuccioli, e si cerca a strategia giusta per ritrovarli, aiutati anche dal
drone dei Carabinieri. Nel frattempo, sono state allestite delle gabbie con esche
alimentari e con l’odore della mamma. Per attirare i piccoli orsi perduti!
Ritrovarli è prioritario: sono piccolissimi, pesano sei o sette chili, e non sono ancora in grado di autogestirsi e si teme per la loro sopravvivenza.
Orsetti abituati a seguire mamma Amarena, fiduciosi e dipendenti da lei, senza una guida, impauriti e soli.
Trovarli deve essere la parola che guida questa giornata dolorosa e attonita.