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Orsa Amarena: si apre il processo contro l’indagato per la sua uccisione

Chiediamo di valutare anche il grave danno ambientale.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 26 giugno 2024

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L'uccisione di Amarena deve essere punita in modo esemplare

Sono passati quasi dieci mesi da quando l'orsa è stata uccisa.

L’orsa non aveva mai avuto atteggiamenti aggressivi nei confronti degli esseri umani, tanto da essere diventata una sorta di mascotte per il territorio abruzzese, protagonista di numerosi video quando casualmente incrociava i centri abitati accompagnata dai suoi cuccioli.

Ora la Procura di Avezzano ha chiuso le indagini sulla sua uccisione, raccogliendo elementi sufficienti per portare sul banco degli imputati l’uomo che si era autodenunciato ai Carabinieri, accusato di uccisione di animale con crudeltà e senza necessità.

Già il giorno successivo all’uccisione dell’orsa, avevamo depositato una circostanziata denuncia contro il responsabile e chiesto il coinvolgimento del Centro Nazionale di Referenza per la Medicina Forense Veterinaria e una perizia balistica. Queste due azioni,  oggi sappiamo, hanno permesso di dimostrare che quando l’orsa è stata uccisa non aveva assunto alcun atteggiamento aggressivo, poiché si trovava sulle quattro zampe.

A differenza di quanto accade per il Trentino, il territorio del Parco d’Abruzzo Lazio e Molise è stato sempre portato come esempio della convivenza pacifica tra umani e orsi. L’uccisione di Amarena deve quindi essere punita con una pena esemplare, perché rischia non solo di compromettere l’immagine di un territorio e dei suoi abitanti, ma anche la sopravvivenza stessa degli orsi nella regione.Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici

Chiederemo nuovamente, come già fatto in precedenza, di valutare anche  il grave danno ambientale procurato dall’indagato uccidendo un’orsa in età riproduttiva, facente parte di una popolazione sull’orlo del rischio di estinzione, come quella dell’orso Marsicano.

Ora la parola passa al Tribunale di Avezzano, dove il nostro l’ufficio legale seguirà ogni udienza per dare un contributo concreto e attivo perché si arrivi a una sentenza di condanna nel più breve tempo possibile, evitando scorciatoie come il patteggiamento o altri strumenti che possano alleggerire le responsabilità di un atto così violento ed efferato quale l’uccisione di una mamma nel preciso momento in cui stava educando i suoi piccoli alla vita.

Ripercorri la storyline

martedì 05 settembre 2023

Amarena: orsetti sono insieme. Confidiamo nell'operato del Parco.

Il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, che pochi giorni fa ha visto l'uccisione dell'orsa Amarena e la conseguente fuga dei suoi due piccoli, comunica di averli avvistati. 

Apprendiamo con grande soddisfazione che  ha avvistato i due cuccioli di Amarena assieme all’interno dell’area protetta, in una situazione in cui uno dei due si stava alimentando autonomamente raccogliendo frutta da un albero. Questa è una bellissima notizia che conferma che i due cuccioli sono vivi e stanno bene.Massimo Vitturl, responsabile Animali Selvatico

La preoccupazione è per il loro futuro.

Zoologi esperti di orsi affermano che ce la possano fare a superare l’inverno, anche se potranno trovarsi di fronte diverse minacce, quali predatori e altri maschi adulti.
Allo stesso tempo gli esperti mettono in guardia dall’ipotesi di catturare i cuccioli perché potrebbero abituarsi alla presenza umana e quindi al successivo rilascio in natura assumerebbero comportamenti confidenti che li condurrebbero ad avvicinarsi agli insediamenti umani, con conseguenze molto rischiose per loro e che abbiamo già visto in Trentino.

Confidiamo nella competenza e responsabilità degli operatori e del direttore del PNALM e siamo certi che faranno la scelta migliore per assicurare la miglior vita possibile ai due cuccioli, perché possano diventare adulti e simboli della presenza di Amarena che, nonostante la crudeltà umana continuerà ad essere presente in quegli splendidi territori.Massimo Vitturl, responsabile Animali Selvatici

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martedì 05 settembre 2023

Era il simbolo della convivenza pacifica tra uomo e orso

Amarena è stata uccisa.

Oltre a denunciare, chiediamo anche la perizia balistica per ricostruire con esattezza i fatti e l'autopsia dell’orsa presso il Centro di referenza per la medicina forense veterinaria di Grosseto.

L’animale simbolo della possibile convivenza pacifica tra umani e orsi è caduto sotto il piombo del fucile imbracciato da una persona che sarebbe già stata identificata, stando alle notizie diffuse dal Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, un Parco che tutela gli orsi e che è subito intervenuto per fare chiarezza sull'incresciosa vicenda. 

Non è noto il motivo del gesto che avrebbe mosso la mano assassina, ma nulla può mai giustificare un delitto così efferato, reso ancora più grave perché Amarena era stata avvistata pochi giorni fa accompagnata dai suoi cuccioli.

"Il territorio del Parco d’Abruzzo Lazio e Molise è stato portato sempre come esempio della convivenza pacifica tra umani  orsi  e quanto accaduto la scorsa notte è frutto esemplare della stessa mentalità di dominio umano nei confronti della fauna selvatica che lo accomuna al resto d’Italia.”Massimo Vitturi,
responsabile Animali Selvatici

Il clima d’odio creato dalla politica nazionale e locale nei confronti di tutti gli animali selvatici e in particolare degli orsi trentini è il primo responsabile della morte di Amarena.

Governatori che demonizzano quotidianamente questi animali davanti agli occhi dei cittadini, millantando uccisioni e trasferimenti di massa, e si rifanno sempre e solo a cacciatori e fucili per la “gestione” della fauna selvatica non fanno altro che legittimare implicitamente questa barbarie.

Avere soffiato sul fuoco delle legittime preoccupazioni dei cittadini in Trentino, creando due fazioni, una pro e una contro gli orsi, ha avuto un riverbero nazionale e ora è Amarena ad averne fatto le spese, vittima di un atto vigliacco e crudele.

"Il nostro primo pensiero va ai cuccioli di Amarena e alle loro possibilità di sopravvivenza, sosterremo il Parco d’Abruzzo Lazio e Molise con ogni mezzo possibile, il nostro ufficio legale è già al lavoro per depositare la denuncia e non molleremo fino a che il responsabile del vile assassinio non sarà condannato con una pena esemplare.”LAV

Il 16 settembre, vigilia dell’apertura della stagione venatoria, saremo a Trento per protestare contro il più grande attacco mai sferrato contro la fauna selvatica. Invitiamo tutti a partecipare affinché nessun orso, lupo, o animale selvatico sia più vittima di una politica incapace di favorire la convivenza pacifica.

Qui maggiori informazioni sulla manifestazione.

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Foto: Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

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venerdì 01 settembre 2023

Il racconto di chi ha visto morire Amarena

[youtube:ivyO3io0ayo]La perdita di Amarena è un fatto gravissimo,  era in età fertile e aveva già dato alla luce diversi cuccioli.La popolazione di orso bruno marsicano è molto delicat... LEGGI I DETTAGLI


La perdita di Amarena è un fatto gravissimo,  era in età fertile e aveva già dato alla luce diversi cuccioli.

La popolazione di orso bruno marsicano è molto delicata, se ne contano pochissime decine di individui. Perdere una mamma è un danno enorme.

L' addolorata testimonianza di Michela, capoguardia del servizio di sorveglianza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che ha tentato di soccorrere l’orsa dopo lo sparo fatale, ci conferma le circostanze dell'accaduto. Amarena è stata uccisa a sangue freddo.

La capoguardia, allertata perché era stata segnalata la presenza di un orso, è riuscita ad arrivare - purtroppo dopo aver sentito uno colpo - nella proprietà privata dove stava recandosi.

Trovato il cancello aperto si è trovata di fronte una persona, l’indagato, che le ha comunicato di aver sparato all’orso.

E' riuscita a raggiungere l’animale e ha visto che era a terra agonizzante. Si è avvicinata e ha riconosciuto Amarena, perché l’orsa ha alzato un po’ la testa, dove aveva una inconfondibile cicatrice.

Era viva! Allertati veterinario e direttore del Parco, Michela ha atteso che arrivasse l’unità d’intervento.

Nel frattempo, Amarena si è alzata, si è messa su quattro zampe e piano piano ha fatto tutto il tragitto fino ad andare a morire proprio all’angolo del cancello da dove la guardia del Parco ci racconta il ferale episodio.

Come era entrata Amarena? In una corte molto ampia, in fondo c’è un pollaio, lei si era introdotta dalla parte dei campi, non molto recintata, quasi aperta: era riuscita a entrare insieme ai piccoli, che si sono purtroppo a poco a poco allontanati.

L’apprensione di Michela e dei suoi colleghi, come la nostra, ora è tutta per  i cuccioli, e si cerca a strategia giusta per ritrovarli, aiutati anche dal drone dei Carabinieri. Nel frattempo, sono state allestite delle gabbie con esche alimentari e con l’odore della mamma. Per attirare i piccoli orsi perduti!

Ritrovarli è prioritario: sono piccolissimi, pesano sei o sette chili, e non sono ancora in grado di autogestirsi e si teme per la loro sopravvivenza.

Orsetti abituati a seguire mamma Amarena, fiduciosi e dipendenti da lei, senza una guida, impauriti e soli.

Trovarli deve essere la parola che guida questa giornata dolorosa e attonita.


Salviamo gli orsi!

Aiutaci a salvare gli orsi, ora più che mai hanno bisogno di tutto il sostegno possibile.


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