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PRESEPE VIVENTE: UN TRADIZIONALE APPUNTAMENTO CHE POTREBBE FARE A MENO DI ESPORRE GLI ANIMALI.

Nei giorni tra Natale e l’Epifania, anche quest’anno sono andate e andranno in scena molte rappresentazioni di presepi viventi che vedono la presenza di diversi animali, tra asini, cavalli, buoi, capre e pecore.

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Numerosissimi, anche quest'anno, i casi di sfruttamento di animali per presepi viventi o eventi simili

Sono diverse, infatti, le segnalazioni che continuano ad arrivare alla LAV circa la detenzione di questi animali nei luoghi delle rappresentazioni e non poche sono le domande che l’associazione vede rivolgersi sull’opportunità di esporre gli animali a tali situazioni. 

Come diversi comuni in Italia, il presepe vivente di Trevignano Romano, pubblicizzato anche sulla pagina , vede la partecipazione di molti animali, loro malgrado, tra bovini, avicoli, ovicaprini e roditori, costretti in spazi angusti e in condizioni igienico sanitarie promiscue e precarie. Dispiace constatare come la lettera che LAV inviò lo scorso Natale alla sindaca Claudia Maciucchi, sottolineando le criticità di una rappresentazione simile con la partecipazione degli animali, non sia stata presa in considerazione né allora né quest’anno.  

Ricordiamo alla Sindaca e a tutti i sindaci e le sindache di Italia che loro sono responsabili del benessere animale, che non può e non deve essere sacrificato. Inoltre, i primi cittadini e le prime cittadine sono responsabili della sanità sul territorio e, a tal proposito, è bene ricordare che, in una situazione di virosi tra animali allevati come quella attuale (link a news malattie virali animali allevati) è di grave e rischiosa superficialità permettere una stabulazione di diverse specie di animali per giorni in quelle condizioni e un’esposizione al pubblico simile.  

In tutti i presepi ove partecipano gli animali, se ad un primo sguardo può sembrare che gli animali siano in una condizione ideale, non bisogna dimenticare che si tratta di una rappresentazione e i punti critici del prima, durante e dopo tali manifestazioni non sono pochi. Il trasporto verso il punto di esposizione, il contesto urbano con rumori e odori differenti da quelli cui sono abituati, la presenza di numerose persone intente a fotografare e/o avvicinare gli animali, la detenzione spesso non idonea sono tutti fattori di forte stress per gli animali. Uno stress che potrebbe esser loro risparmiato.

Se si considera, poi, che la maggior parte degli animali, dopo esser stata costretta a recitare la parte nel presepe vivente, tornerà da dove è venuta e quindi nella filiera produttiva, risulta evidente come la loro esposizione sia uno sfruttamento nello sfruttamento. 

Ancora più grave è constatare che sovente vengono utilizzati anche cuccioli, forse più scenografici, come gli agnellini, o comunque apparentemente più facili da gestire, come nel caso del bue, che spesso è poco più che un vitello o di agnellini che, alle volte, in violazione della normativa vigente, nascono sul luogo della rappresentazione.   

L’evento del presepe vivente, quando vede in scena gli animali, appare una prassi poco raccomandabile e impone di ripensare a tradizioni ormai superate in un’ottica rinnovata di rispetto per tutti gli esseri senzienti.  

Inoltre da non sottovalutare è il numero di visitatori, tra cui famiglie con bambini, sempre molto presenti in rappresentazioni natalizie di presepi viventi. Anche per questo motivo LAV sottolinea da tempo i profili potenzialmente critici di tali eventi, tenuto conto altresì dell’obiettivo della legge sull’educazione civica (Legge 20 agosto 2019, n. 92) che all’art. 3 comma 2, prevede che: “tutte le azioni siano finalizzate ad alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura”, con ciò significando che gli animali non debbano essere indotti a comportamenti innaturali o forzati, né detenuti in situazioni non idonee alla loro condizione ed etologia. 

L’associazione è da sempre impegnata in iniziative tese a sensibilizzare cittadini e a promuovere alternative ad una tradizione che preveda, qualunque sia la specie, lo sfruttamento di individui. Gli animali sono infatti esseri senzienti con una propria etologia, ma che vengono sistematicamente oggettivizzati per profitto, in particolar modo dall’industria alimentare, ma anche in circostanze apparentemente innocue, come può sembrare l’esposizione in un presepe.  

L’augurio per questo anno e per i prossimi è di non veder più animali oggettivizzati, sfruttati o esposti.