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Anche 'The Guardian' parla di orsi e di LAV

Il prestigioso quotidiano britannico pubblica un articolo a firma di Margherita D'Amico che narra con molti dettagli la vicenda di Fugatti contro gli orsi trentini.

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Ultimo aggiornamento

martedì 23 maggio 2023

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Si attende la decisione del TAR per domani 25 maggio: ansia sul destino di JJ4

L'autorevole testata, sempre in prima linea con acute ed approfondite inchieste sugli eventi più dibattuti dell'attualità, ha pubblicato ieri un lungo articolo sulla complicata vicenda degli orsi in Trentino.

Margherita d'Amico, stimata giornalista italiana esperta anche in temi che riguardano la relazione animali umani e non umani, narra ad una platea di lettori internazionale gli aspetti principali della battaglia di Fugatti contro gli orsi, colpevoli solo di essere orsi.

Il tono di titolo e sottotitolo chiarisce  subito i punti chiave del testo.

Il governatore italiano intensifica la sua battaglia contro gli orsi in Trentino. 
Maurizio Fugatti è in attesa di una decisione del tribunale sulla sua ultima richiesta di uccidere un orso accusato di aver attaccato mortalmente un uomo.

E la prima spiegazione:


Il provvedimento arriva dopo che il governo di Giorgia Meloni, in cui i partiti di destra, tra cui la Lega di Fugatti, costituiscono la parte più consistente della coalizione, al suo insediamento ha iniziato a smantellare le norme sulla caccia, allentando le leggi che consentono la cattura e l'abbattimento degli animali selvatici.

L'ansia, spiega D'Amico, si concentra sul destino dell'orsa JJ4, che sarà deciso il 25 maggio dalla sentenza del Tribunale amministrativo regionale di Trento.

L'episodio attuale ha avuto inizio il 5 aprile, quando Andrea Papi, un runner di 26 anni, è stato trovato morto nel bosco con ferite al collo, alle braccia e al petto che l'autopsia ha attribuito a un orso. Si presume che abbia incontrato un cucciolo di orso e che la madre (chiamata JJ4, dalle iniziali dei genitori, Joze e Jurka) lo abbia scambiato per una minaccia. Gli attivisti sostengono che JJ4, già sulla lista nera di Fugatti, non era responsabile.

D'Amico continua ricordando una clamorosa e grave dichiarazione del presidente della regione:

Fugatti ha dichiarato che avrebbe fatto uccidere JJ4 "domani, se solo me lo avessero permesso".

Il focus passa quindi sui genitori di Andrea Papi, che hanno dichiarato pubblicamente di essere contrari alla ritorsione contro JJ4, affermando che "uccidere l'orso non ci restituirà nostro figlio" . 

Uno zoom importante e un riconoscimento ruolo chiave di LAV nella lotta per salvare gli orsi arriva a metà dell'articolo, con la dichiarazione del Presidente LAV Felicetti:

Abbiamo offerto di trasferire JJ4 e gli orsi già catturati, o sui quali sono stati emessi specifici ordini di cattura e uccisione, in luoghi internazionali che garantiscano il loro benessere. Ma Fugatti si oppone.Gianluca Felicetti , Presidente LAV

La giornalista prosegue commentando il fallimento del  progetto Life Ursus - che ha catturato gli orsi in Slovenia per rilasciarli in Trentino - in termini di educazione dei cittadini alla convivenza ed enfatizza un aspetto poco noto della situazione:

La reintroduzione ha portato benefici alla regione: secondo un recente rapporto, la copertura televisiva degli orsi ha fruttato 2,6 milioni di euro (2,25 milioni di sterline), mentre le immagini dell'orso sono ampiamente utilizzate, dal logo (recentemente modificato) dell'azienda di trasporto pubblico locale al packaging diuna delle più importanti cantine del Trentino, le Cantine Ferrari.
Ma il lavoro sulla convivenza è stato tralasciato e dalla metà degli anni Duemila gli orsi hanno pagato il prezzo degli errori umani, a partire dalla mancanza di accordi con i Paesi vicini. All'inizio dell'estate 2006, quando la Germania ospitava i Mondiali di calcio, vinti poi dall'Italia, il giovane orso JJ1 passò dal Trentino all'Austria e poi alla Baviera. Fu ribattezzato Bruno e fucilato nonostante le suppliche italiane per salvarlo. JJ1 è stato impagliato ed esposto nel Palazzo di Nymphenburg a Monaco.

E la storia degli orsi continua:

Nel 2008 il fratello JJ3 è stato ucciso in Svizzera, dove nel 2005 era stato avvistato anche JJ2, scomparso senza lasciare traccia. La madre, Jurka, è stata ricatturata in Trentino nell'agosto 2006, sterilizzata e inizialmente tenuta in una fossa buia sotto il santuario medievale di San Romedio, vicino a Sanzeno, dove secondo un'antica leggenda un'orsa era tenuta in cattività. I suoi tre cuccioli sono stati lasciati in libertà. Probabilmente solo uno è sopravvissuto: JJ4, che è separata dai suoi tre cuccioli, esattamente come la madre. Jurka è stata poi trasferita al Casteller, la fortezza dove la provincia di Trento rinchiude gli orsi accusati di aggressività. Solo nel 2010, dopo una lunga battaglia, è stato ottenuto il suo trasferimento in un piccolo zoo tedesco, l'Alternativer Wolfund Bärenpark Schwarzwald.

Nell'Italia centrale, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, la secolare convivenza tra uomo e orso ha funzionato bene, ma in Trentino le morti sono aumentate, precisa D'Amico arrivando alla dolorosa storia di Daniza:

Daniza, un'orsa con due cuccioli, è stata uccisa da un'overdose di tranquillanti nel 2014 durante la sua cattura, e poco dopo anche F43 è stata uccisa da un'overdose. L'allora presidente della Provincia Ugo Rossi, esponente del Partito Democratico, nel 2017 ha difeso l'uccisione di KJ2, che avrebbe avuto con sé i suoi piccoli, dopo aver sbranato un anziano che passeggiava con il suo cane in un'area frequentata da orsi con cuccioli.

Ed ecco il nuovo highlight sul presidente della regione:

In carica dal 2018, Fugatti - che nel 2011 ha partecipato all'organizzazione di un banchetto illegale a base di carne d'orso - ha promesso ai suoi elettori con sempre maggiore veemenza di affrontare gli orsi prima di quella che spera sarà la sua rielezione a ottobre.

E la conclusione:

Sul numero effettivo di orsi che si suppone siano in Trentino e sulle modalità di identificazione, compresa la banca dati del DNA, la Regione non offre alcuna trasparenza. Qualcuno ha persino avanzato il sospetto che le misteriose fughe di M49, un orso che sarebbe stato ricatturato più volte, non abbiano riguardato sempre lo stesso individuo.

Ringraziamo Margherita d'Amico per aver saputo attraversare ed evidenziare in modo particolareggiato e preciso, su un canale tanto importante, lo svolgersi delle vicende legate all'atteggiamento purtroppo totalmente antropocentrico e utilitarista che governa i rapporti con gli animali selvatici in Trentino, e non solo.