Home | Notizie | Test animali: i cittadini chiedono piu' investimenti per metodi alternativi

Test animali: i cittadini chiedono piu' investimenti per metodi alternativi

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 24 giugno 2020

Condividi

Lo studio commissionato dalla britannica FRAME, Fund for the Replacement of Animals in Medical Experiments, aveva lo scopo di misurare quanto il pubblico sia informato e consapevole in relazione ai test su animali per fini medici, chimici e cosmetici; il sondaggio ha rivelato, però, che la stragrande maggioranza delle persone (93,4%) pensa che sia necessario fare di più per sostituire e ridurre l'uso di animali nella sperimentazione e nella ricerca. 

L'indagine ha, anche, dimostrato come oltre la metà dei partecipanti creda che l'uso degli animali in tutti i campi di ricerca possa essere immediatamente fermato, inoltre il 42% delle persone interpellate vede un maggiore finanziamento delle alternative come il fattore più importante per contribuire a porre fine all'uso degli animali nella sperimentazione. 

Infine, tre quarti degli intervistati considera l'industria farmaceutica come il maggiore utilizzatore di animali, non percependo invece il contributo all’uso di animali rappresentato dal mondo accademico e della ricerca universitaria. 

Questo è un malinteso molto comune: la maggior parte degli animali secondo le più recenti statistiche diffuse dal Ministero della Salute, (Gazzetta Ufficiale n.28 del 02-02-2019)  è utilizzata  proprio per la ricerca di base (194.642 gli individui usati) mentre 267.129 animali vengono sottoposti a procedure con le categorie di dolore più alto. Quindi gli animali non vengono usati solo per rispondere a quanto richiesto dalle leggi, secondo un iter obbligatorio.. 

I metodi alternativi sono l’unica strada da perseguire se vogliamo assistere realmente a un cambiamento, non solo culturale, ma anche scientifico. Il modello animale appartiene al secolo scorso e i limiti, e la pericolosità, sono stati ampiamente dimostrati in numerose pubblicazioni scientifiche, constatazioni che sia le norme europee e che l’ EMA, l’agenzia europea del farmaco, hanno ribadito. 

L’Italia, e chi la governa, deve rispecchiare la volontà dei cittadini e la ricerca del futuro, se non vuole restare il fanalino di coda dell’Europa. Il Parlamento può farlo subito, approvando gli emendamenti al Disegno di legge “Rilancio” proposti da LAV, per il sostegno ai metodi di ricerca senza uso di animali.

Michela Kuan
Biologa, responsabile Area Ricerca senza animali