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Fermata depenalizzazione,ora si migliori Codice penale su reati contro animali

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Ultimo aggiornamento

martedì 31 marzo 2015

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“I reati contro gli animali non sono stati depenalizzati”: alla vigilia dell’entrata in vigore, da domani 2 aprile, della Legge sulla “tenuità del fatto”, la LAV interviene a fare chiarezza sugli effetti del provvedimento. “La norma sulla ‘tenuità’ è residuale, inapplicabile di fatto, ai reati contro gli animali. Maltrattamenti e uccisioni non solo continueranno ad essere perseguibili ma non archiviabili nella stragrande maggioranza dei casi, anche alla luce del nuovo articolo 131-bis del Codice penale voluto dal Governo e avallato dalla grande maggioranza del Parlamento. I reati contro gli animali rimangono quindi perseguibili d’ufficio e ogni Forza di polizia è tenuta a intervenire pena la denuncia per omissione d’atti d’ufficio.

“La morte e il maltrattamento di un essere senziente non può mai essere ‘tenue’. Questo è il principio che affermeremo da domani a tutte le Polizie e in tutte le Procure e Tribunali d’Italia. E in più abbiamo fatto presentare una nuova Proposta di legge di ‘Armonizzazione, modifiche e implementazione delle disposizioni sulla repressione e il contrasto dei reati contro gli animali’ con firme rappresentative di tanti gruppi, alla Camera con Michela Brambilla (Fi) e al Senato con Monica Cirinnà (Pd). Vedremo se questo Parlamento e questo Governo vorranno cambiare, in meglio, dopo che abbiamo evitato il peggio sollecitando il premier Renzi e il Ministro della Giustizia Orlando, partendo dal positivo parere della Commissione Giustizia della Camera proprio riguardo ai reati contro gli animali: un risultato politico rilevante alla cui luce deve oggi essere letta la nuova norma.”

In più l’obbligo per la Procura di notificare sempre e comunque alla persona offesa, compresi gli  Enti come la LAV che perseguono ‘finalità di tutela degli interessi lesi dai reati contro gli animali’, l’eventuale richiesta di archiviazione permettendo così una strenua opposizione all’istituto anche nei casi più blandi, facendo valere il principio inderogabile di derivazione comunitaria che mai può essere un fatto tenue, ciò che comporta la compromissione della vita e della salute di un singolo animale.  Una previsione esplicita questa, sulla quale intervengono in un approfondimento giuridico il magistrato Maurizio Santoloci e l’avvocato Carla Campanaro, rispettivamente direttore e responsabile dell’Ufficio Legale LAV.

Claudia Squadroni

COMUNICATO STAMPA