La storia di due cani 'a catena' liberi dopo una vita da prigionieri, in Piemonte. Uno era legato a un palo da 4 anni, l'altro da 12 anni. LAV Bergamo li ha salvati.
Ted e Moretto vivevano così, incatenati all’addiaccio presso un casolare della provincia di Cuneo, in Piemonte.
Il primo, più giovane, era legato a un palo da 4 anni, ci aveva girato intorno così tanto da non far crescere più l’erba.
Il secondo, più anziano, era legato al muro da ben 12 anni. Cieco ad un occhio e impossibilitato a muoversi, era solo in attesa di morire.
I due cani erano continuamente monitorati da Gabriele, volontario della LAV di Bergamo, che aveva tentato più volte, ma invano, di farsi cedere gli animali. Pur allertando la Polizia, l'attivista non era riuscito a portare all’attenzione delle Forze dell’Ordine il caso. Purtroppo, nella regione Piemonte la detenzione dei cani a catena non è vietata.
LA DETENZIONE A CATENA
L’uso della catena compromette la libertà di movimento degli animali con
grave danno per la loro salute psicofisica: il cane è un animale altamente
sociale, che si realizza pienamente solo quando è parte di un gruppo.
La detenzione a catena è purtroppo ancora “prassi” in molte
regioni italiane, anche se ciò è in palese contrasto con l’articolo 727 del
Codice penale, che vieta di detenere gli animali in condizioni incompatibili
con la loro natura e produttive di gravi sofferenze; e con il successivo
articolo 544-ter, che punisce “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una
lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a
fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”.
Non esiste una
legislazione nazionale e, quando esistono, occorre rifarsi alle disposizioni
contenute nelle Leggi regionali (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Marche,
Umbria e Veneto ad esempio vietano la detenzione a catena) o, più spesso, in regolamenti comunali.
UNA NUOVA VITA
La
situazione di Ted e Moretto è proseguita così per anni, finché il proprietario dei
cani, ormai anziano, non è deceduto. Gli animali sono stati lasciati ai figli, che non
avevano però intenzione di continuare ad occuparsene.
A quel punto, la richiesta di cessione degli animali da parte di LAV si è fatta più pressante. Gabriele, col tempo, è riuscito a farli affidare alla sede locale LAV di Bergamo. Le porte dell’inferno si sono quindi finalmente chiuse alle loro spalle e Ted e Moretto hanno potuto cominciare una nuova vita.
I cani erano in condizioni di forte disagio e sofferenza, uno dei due fortemente denutrito, con il segno del collare sulla pelle e il pelo diradato. LAV li ha portati al sicuro in una struttura di Bergamo, dove hanno seguito un percorso di guarigione psico-fisica che li ha resi finalmente adottabili.
Oggi Ted e Moretto stanno bene e hanno trovato il loro ambiente dove sentirsi al sicuro. L'orribile catena che li ha segnati per anni è ormai solo un ricordo..
Moretto è stato adottato dalla struttura stessa in cui ha seguito la riabilitazione.
Ted è più giovane e ha potenzialmente di fronte a sé ancora una vita intera da vivere, è oggi sostenuto a livello economico dalla sede LAV di Bergamo. Abita nello stesso rifugio in cui si trova Moretto, ma è in attesa di una famiglia che lo adotti e che gli faccia recuperare tutto il tempo che gli è stato rubato. Ha un carattere mite ed è socievole, sia con gli esseri umani che con gli altri animali, con cui oggi trascorre le giornate.
Faremo il possibile per garantire a Ted una famiglia il futuro sereno, degna compensazione delle sofferenze patite, a cui hanno diritto di tutti gli animali, cani compresi.
Ted oggi è pronto per una casa ed una famiglia tutta sua che lo aiuti a lasciarsi alle spalle l’orrore della catena.
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