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Tale cane, tale padrone? Noi non ci stiamo!

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Ultimo aggiornamento

domenica 12 maggio 2013

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“L’ordinanza non ha alcun senso:  non è la taglia del cane a rappresentare un pericolo per la sicurezza, bensì la sua educazione e la relazione che si instaura tra il conduttore e l’animale. Chiediamo che l’amministrazione ritiri il provvedimento”: la LAV commenta in modo diretto l’assurda ordinanza del Comune di Rota Imagna, in provincia di Bergamo, che, secondo quanto riportato dalla stampa,  nel regolamentare il rapporto tra la popolazione umana e le specie canine domestiche, vorrebbe applicare una sorta di “equivalenza” fra il peso corporeo dell’animale e quella del suo proprietario. Pena una sanzione economica fino a 150 euro.

“Un provvedimento di questo tipo – scrive l’associazione -  disincentiva le adozioni dai canili dei cani di taglia medio grande, che sono peraltro quelli che incontrano maggiore difficoltà ad essere adottati. Questo non vuol dire soltanto dare minori possibilità ad un animale di trovare una nuova famiglia, ma anche un aggravio per la spesa pubblica: un cane in canile costa in media 1000 euro all’anno. 
L’ordinanza è inoltre in profondo contrasto con la sempre crescente sensibilità nei confronti degli animali e pone un principio di diseguaglianza: né le persone né i cani  scelgono la propria costituzione corporea! Cosa dovrebbero fare i cittadini di esile corporatura che vivono con cani di grande taglia? Subire una palese disparità di trattamento, per giunta penalizzata da una sanzione economica?  Un segnale di questo tipo è in contrasto con i crescenti sforzi di contrastare il randagismo. 
Eventuali rischi nella gestione del rapporto uomo-cane, anche in relazione alla sicurezza, vanno gestiti con dei corsi di formazione adeguati e con il coinvolgimento delle associazioni animaliste, come abbiamo chiesto di recente anche al Ministro della Salute Lorenzin per l’emanazione di una nuova Ordinanza sull’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”.
Il provvedimento del Comune di Rota Imagna, ricorda infine la LAV, è in contrasto con le politiche animal friendly sposate anche dall’Anci, che, lo scorso anno, ha siglato un accordo con la Federazione italiana diritti animali e ambiente per agevolare una serena convivenza con gli amici a quattro zampe.