Si è svolta oggi, presso il tribunale di Sulmona, la seconda udienza del procedimento contro il proprietario di una mucca, accusato di averla abbandonata in stato di gravidanza e in gravi condizioni di salute, in una località isolata del Parco Nazionale d’Abruzzo, determinandone così la morte. La LAV è parte civile nel procedimento. L’uomo, accusato di abbandono (art. 727 c.p.) e di uccisione di animale (art. 544 bis c.p.), è chiamato a rispondere anche di un tentativo di truffa (artt. 56 e 640 c.p.) messo in atto nei confronti del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, al quale aveva richiesto il risarcimento per la morte della mucca, imputandola a un fantomatico attacco predatorio da parte di un lupo. Questa mattina il Giudice, dopo aver proceduto all’escussione dei testi dell’accusa e di parte civile, ha rinviato il processo al 19 aprile 2016 per sentire i testi della difesa e per la discussione.
“L’Italia è da sempre un punto di riferimento, all’interno dell’UE, per quanto riguarda le politiche di gestione delle popolazioni di lupo – afferma Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della LAV – è però evidente che da qualche anno queste politiche sono messe in grave difficoltà dall’arroganza di alcuni allevatori che vorrebbero uccidere tutti i lupi perché accusati di predare le loro greggi.”
Nelle aree dove l’impatto degli allevamenti allo stato brado è particolarmente elevato, è necessario che il Governo intervenga prontamente, prevedendo azioni concrete che obblighino gli allevatori a predisporre tutte le misure necessarie per prevenire la predazione degli animali allevati, oltre ad intensificare la vigilanza allo scopo di individuare i responsabili degli atti di bracconaggio nei confronti dei lupi.
Barbara Paladini