Buone notizie arrivano dagli Stati Uniti: è stata sviluppata una nuova tecnologia, chiamata Biomimisk, in grado di simulare i processi che avvengono nel fegato umano in seguito all’esposizione di agenti farmacologici, senza l’uso di animali. Importante la posizione espressa dal responsabile scientifico della Empiriko Corporation e presidente della Thinq Pharma, Mukund Chorgade, che ha sottolineato come testare sugli animali sia altamente costoso e spesso e volentieri non si ottengano risultati soddisfacenti.
Con questa nuova tecnica invece di somministrare il principio attivo a un animale 'cavia' per capire come viene processato all'interno dell'organismo, e quindi prevederne l'eventuale tossicità nell'uomo, è possibile miscelare in provetta il farmaco da testare con dei fegati sintetici e osservare come il composto viene metabolizzato. Il direttore scientifico afferma anche: "Questi fegati chemiosintetici non solo producono gli stessi metaboliti che si troverebbero in vivo utilizzando il farmaco sugli animali, ma forniscono un profilo metabolico ancora più completo e in quantità di gran lunga superiori, così da permettere ulteriori test e analisi successive".
Per il momento sono stati testati 50 composti e il via libera dalla Food and Drug Administration si avrà solo quando il sistema avrà dimostrato che funziona su 100 farmaci.
I tessuti ingegnerizzati e la ricostruzione artificiale di organi umani è un campo in grossa espansione, ricerca purtroppo silente nel nostro Paese che continua a voler investire nell’obsoleto modello animale. Le tecniche sostitutive non sono solo da preferire dal punto di vista etico, ma anche da quello tecnico-scientifico, dato che garantiscono migliori risultati per i ricercatori e per i pazienti.
Dott.ssa Michela Kuan
Responsabile nazionale Settore vivisezione LAV