Le immagini delle centinaia di storni morti nelle vie romane, soprattutto nella zona dell’Esquilino, sono state riprese da tutti i media in questi giorni.
Quei piccoli corpi riversi sull’asfalto, nella notte di Capodanno, uccisi dal fragore dei botti sparati – illegalmente, considerando la seppur tardiva ordinanza di divieto – sono strazianti: gli animali svegliati dal fragore di fuochi d’artificio e petardi, hanno cominciato a volare freneticamente, scontrandosi contro i palazzi, e tra di loro. Casi simili sono stati segnalati anche a Verona e Cagliari.
Scene raccapriccianti che meritano risposte chiare: abbiamo presentato una denuncia alla Procura della Repubblica ai sensi degli articoli 544 bis e ter del Codice penale per l’apertura di un’indagine che possa far luce su tutte le responsabilità, dirette e indirette, che hanno causato la morte degli storni a Roma.
E proprio per fornire elementi utili alle indagini, Gianluca Felicetti, presidente LAV ha consegnato all’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana, il corpo di uno storno caduto su una terrazza a centinaia di metri dagli altri impatti documentati.
È ormai chiaro che le tardive Ordinanze di divieto di sparare botti siano inutili, soprattutto se non ci sono controlli e repressione adeguati. Per questo chiediamo l’approvazione di Regolamenti comunali validi tutto l’anno e alla Commissione di Giustizia del Senato, che fra pochi giorni inizierà l’esame della nuova Legge contro i maltrattamenti, di inserire un divieto valido in tutta Italia.