A giudicare dal suo sguardo, mentre annusa un biscotto dalle mani di una volontaria LAV, o dalla frenesia gioiosa della sua coda in mezzo alla neve, quella di Nala sembrerebbe una storia felice, come molte altre.
Difficile immaginare che dietro l’apparente normalità si nasconda una storia drammatica, di violenze e maltrattamenti. Impossibile credere che la cagnetta pelle e ossa, dal corpo ricoperto di ferite ritratta nelle foto di qualche mese fa sia la stessa che oggi vive insieme a Marina, alle porte di Bologna.
La storia di Nala inizia in Sicilia, a Licata. Un corpicino scheletrico e coperto di piaghe - legato a un’auto che l’ha trascinato a lungo, tra atroci sofferenze - viene tratto in salvo e curato da alcuni volontari del luogo. Le condizioni di Nala sono critiche, le sue ferite parlano di una crudeltà incomprensibile e feroce, rispetto alla quale le pene oggi previste dal nostro ordinamento appaiono irrisorie.
Eppure, per Nala si spalanca una nuova possibilità di vita: Marina viene a conoscenza della sua storia e decide di riscattarla, con il suo amore.
A maggio 2020, nonostante il momento di emergenza dovuto alla pandemia, Nala viene adottata: per lei inizia una nuova vita, a Bologna, lontana dal suo aguzzino e dai ricordi del passato.
Purtroppo però, la crisi generata dall’emergenza Covid, non risparmia la sua nuova famiglia: Marina ha problemi con il lavoro e prendersi cura di Nala inizia ad essere sempre più difficile…
“Non potevamo lasciarla sola, specie dopo tutto quello che ha fatto per Nala, un vero miracolo – racconta Annalisa, volontaria LAV di Bologna – venuti a conoscenza della sua storia, ci siamo subito interessati portando scorte di pasti Almo Nature, donati da Fondazione Capellino e distribuiti da LAV grazie all’iniziativa congiunta ‘Respect Me’, svoltasi nei mesi scorsi. Continueremo ad essere vicini a Marina e a Nala, con il nostro affetto e il supporto che ogni giorno mettiamo in campo come LAV.”
La scelta di Marina, che ha regalato una nuova vita alla piccola Nala, nonostante il momento di grave difficoltà, è un simbolo per tutti: “la paura non deve fermare l’amore”, e questa storia ne è una bellissima testimonianza.