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Stop al massacro dei canguri: conferenza stampa alla Camera dei Deputati

Una delegazione di indigeni australiani sollecita in Italia il divieto di import di pelli e carne ricavate dalla caccia commerciale ai canguri.

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mercoledì 16 ottobre 2024

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#Canguri

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Pelle e carne di canguro: urgente l'avvio dei lavori sulla proposta di legge

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L'Italia è il primo Paese UE per importazione di pelli di canguro con 381 tonnellate tra il 2019-2022, per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro, e il quinto nel mondo, insieme al Vietnam, dopo Turchia, Pakistan, India, Indonesia.

Per portare nel dibattito politico italiano il tema dei canguri, parte da Roma il tour europeo di una delegazione australiana guidata dai rappresentanti della comunità aborigena Yuin.

La delegazione passerà anche dal Parlamento dell'Aja e di Bruxelles per sostenere analoghe proposte di divieto nazionale all'import e commercio di pelli e carni di canguro, e si fermerà infine a Strasburgo in occasione del World Kangaroo Day, il 24 ottobre, dove incontrerà gli eurodeputati dell'Intergruppo sul Benessere Animale del Parlamento Europeo.

Questa mattina si è svolta la conferenza stampa convocata da noi di LAV presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati per denunciare il ruolo attivo dell'Italia nella mattanza di oltre 1,5 milioni di canguri ogni anno e per sollecitare l'avvio dei lavori sulla proposta di legge C.961 che, quando approvata, introdurrà in Italia (e per la prima volta in Unione Europea) il divieto nazionale all'import e commercio di prodotti derivanti dalla caccia commerciale ai canguri.

La proposta di legge C.961 è firmata da: On. Eleonora Evi, PD e prima firmataria; M.V. Brambilla, I. Cavo, Noi Moderati; S. Cherchi M5S; B. Colombo, M. Malaguti, FdI; R. Dalla Chiesa, G. Saccani Jotti, FI; F. Gallo, Misto; S. Loizzo, Lega.

In base a un sondaggio appena pubblicato, il 78% italiani è favorevole al divieto di importazione e commercio in Italia di pelli e carne di canguro.

TESTIMONIANZE E DICHIARAZIONI

Peter Hewitt Jerrinja-Yuin e Ricky Buchanan Gumbaynggirr, incaricati dagli anziani dell'organizzazione culturale Back To Country di rappresentare la comunità aborigena Yuin e di testimoniare la necessità di un intervento sia a livello nazionale che europeo, hanno parlato in maniera molto chiara.

Nella nostra cultura, prendiamo solo ciò di cui abbiamo bisogno e lo facciamo in cerimonia. Non vogliamo vedere i canguri uccisi in massa dall'industria per la loro carne e la loro pelle. Stiamo portando con noi il ‘Buru' Message Stick (il bastone del messaggio del canguro), per invitare i politici europei ad ascoltare con il cuore, a sentire la storia del Paese e a capire come la mancanza di rispetto e la profanazione di un animale così importante stiano danneggiando la terra e la sua gente. Peter Hewitt Jerrinja-Yuin e Ricky Buchanan Gumbaynggirr

Mick McIntyre, regista documentarista e produttore cinematografico, testimone della mattanza dei canguri ha sottolineato alcuni aspetti cruciali.

C'è grande orgoglio nel ruolo dell'Australia nell'essere una delle voci più forti che si oppongono alla caccia alle balene; eppure, i canguri non godono di alcuna attenzione speciale da parte del governo australiano che, invece, promuove pesantemente la loro uccisione per l'esportazione di carne e pelli”. Mick McIntyre, Regista e documentarista

Simone Pavesi, Responsabile Moda Animal Free, ha spiegato le azioni compiute dalla nostra Associazione.

Con la campagna Salva Canguri avviata da LAV nel 2019 e parte di una campagna globale, abbiamo ottenuto importanti risultati con alcune aziende che, sensibilizzate, hanno subito dismesso le produzioni come: Diadora (per le scarpe da calcio), Prada, Versace, Ferragamo e prima ancora anche Gucci per calzature e accessori di lusso. In passato l'Italia è stato paese guida in Europa per il divieto all'import di pellicce di foca, oggi, con la proposta di legge C.961 (prima firmataria On. E. Evi) l'Italia ha la possibilità di intervenire per contrastare l'uccisione di oltre 1,5 milioni di canguri l'anno ed essere il primo Stato membro a farlo. Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free

LA CACCIA COMMERCIALE AI CANGURI: UN MASSACRO

Lo chiamano "harvest", ossia prelievo, e lo propongono come qualcosa di "sostenibile"; in realtà, la caccia commerciale dei canguri è un vero e proprio massacro, che interessa animali non malati o deboli, ma soggetti sani e forti. Avviene di notte, gli animali sono braccati da

cacciatori a bordo di pick-up e colpiti brutalmente: oltre 1,5 milioni di canguri adulti sono uccisi ogni anno per scopi commerciali, la maggior parte sono femmine con cuccioli, a loro volta vittime “collaterali”.

Una mattanza che ha anche ripercussioni sociali sulle popolazioni aborigene, le First Nations People, che vedono nei canguri un totem sacro e che ora sono a Roma per chiedere all'Italia di non essere più complice di questa barbarie.

A sostenere lo stop alla caccia al canguro (e quindi allo sfruttamento commerciale) sono circa 80 organizzazioni tra gruppi globali per i diritti degli animali, la conservazione delle specie, la veterinaria e il soccorso, tra cui noi di LAV per l'Italia, GAIA (ONG belga), World Animal Protection, IFAW, WIRES, Animals Australia, Voiceless, Animals Asia, Eurogroup for Animals, Vets for Compassion, l'Animal Welfare Institute e il professor Peter Singer (filosofo australiano e pioniere del movimento per i diritti degli animali). Insieme hanno firmato una Dichiarazione che chiede la fine dell'uccisione commerciale dei canguri a causa delle sue pratiche crudeli.

La mattanza di canguri che avviene ogni anno in Australia per vendere carne e pelli di questo bellissimo animale pesa soprattutto sulla coscienza del nostro Paese, in quanto siamo il primo importatore di questi prodotti macchiati di sangue, spesso innocente, considerati i tantissimi cuccioli di canguro che vengono sterminati nelle braccate notturne a colpi di fucile. Chi parla di filiera tracciata e sostenibile mente sapendo di mentire, come emerge dalle attività della commissione di inchiesta del Parlamento del Nuovo Galles del Sud che fa luce su questa pratica crudele. Cambiare è possibile, lo dimostrano le tante aziende italiane già impegnate a dismettere l'import di questi prodotti. Un divieto nazionale è ciò che serve per completare questo percorso, iniziato grazie al lavoro di instancabili associazioni come LAV, che dal 2019 si batte per ottenere questo risultato. Oggi la testimonianza di rappresentanti australiani della comunità aborigena Yuin deve far riflettere profondamente sul modo in cui trattiamo gli animali, ancora visti come merce ed oggetti invece di esseri senzienti che meritano rispetto. On. Eleonora Evi, Prima firmataria (PD)

Grazie alla proposta legislativa C.961 depositata dall'On. Eleonora Evi, l'Italia ha la possibilità di essere Paese guida in Europa nell'adozione di un provvedimento peraltro coerente anche con le recenti modifiche Costituzionali per cui l'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da arrecare danno all'ambiente (art.41 Cost). L'uccisione di milioni di animali selvatici per meri fini commerciali, è evidentemente una pratica in contrasto con il principio costituzionale di tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni (art.9 Cost). Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free

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