Decisione positiva ma tardiva, che non tutela dal nuovo rischio pandemico legato a un virus definito dagli esperti aggressivo e pericoloso.
Dopo lo Strategic Dialogue, è stata presentata la Vision for Agriculture and Food della Commissione europea: è confermato l'impegno sulla revisione normativa per la tutela degli animali allevati e sull'eliminazione delle gabbie, fortemente in ritardo.
Il documento, tuttavia, non indica come verranno utilizzati i soldi pubblici della PAC, senza alcun riferimento a fondi ad hoc per la transizione.
Il virus H5N1 dell'influenza aviaria, definito dagli esperti come aggressivo e pericoloso, ha fatto registrare contagi e morti di centinaia di persone in molti Paesi a livello globale, primo fra tutti il caso dell'uomo infettato ad Hong Kong nel 1997. Il tasso di mortalità si attesta quasi al 50%, e su 954 casi di contagio umano dal 2003 al 2024, 464 sono stati fatali.
GLI ANIMALI 'DA PELLICCIA'
Tra il 2020 e il 2024, gli allevamenti per la produzione di pellicce, in particolare quelli di visone, sono già stati protagonisti di un salto di specie di ritorno con oltre 400 focolai nella sola Unione Europea di un altro virus che ha segnato la storia dell'umanità: il SARS-CoV-2.
Le misure di biosicurezza in vigore dal 2020 e la significativa riduzione della popolazione di visoni in Italia (con l'attuazione a gennaio 2022 del divieto di allevamento di visoni) non hanno impedito la formazione di nuovi focolai di coronavirus SARS-CoV-2.
I BOVINI
Nel corso del 2024, per la prima volta sono stati contagiati bovini “da latte” allevati negli USA, un salto di specie che ha fatto salire ulteriormente l'allarme. Gli esperti vedono con grave preoccupazione la capacità del virus di infettare mammiferi, che a loro volta potrebbero fungere da vettore e passare il virus all'uomo.
I POLLI, LE GALLINE E I TACCHINI
In Italia, dall'autunno 2024 ad oggi, sono stati segnalati 56 focolai all'interno degli allevamenti avicoli di Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, e Piemonte, le regioni più zootecniche del Paese, dove sono stati uccisi in modo cruento milioni di animali.
GLI ANIMALI SELVATICI
Oltre al caso del gatto a Bologna, a Brescia e Pordenone il virus è stato rinvenuto anche in due volpi, a riprova del passaggio dagli uccelli ai mammiferi.
Il potenziale pandemico del virus H5N1 è altissimo e, anche se per il momento non è stato individuato un meccanismo di contagio diretto da uomo a uomo, non è possibile escludere che ciò potrebbe facilmente succedere proprio con un passaggio intermedio dagli animali allevati.
Chiediamo a Enti Locali, Regioni, Parlamento e Governo, ognuna per gli ambiti di competenza, di non autorizzare l'apertura di nuovi allevamenti; di disporre una drastica riduzione di densità all'interno di ogni singola struttura per garantire maggiori tutele agli animali allevati; di indirizzare gli incentivi verso produzioni vegetali accompagnando l'industria zootecnica nell'urgente transizione ecologica e di farsi promotori presso le istituzioni europee della necessità di estendere tali provvedimenti in tutta l'Unione.
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La risposta all'epidemia, che ciclicamente ogni anno si ripresenta, è stata quella di imporre regole più restrittive di biosicurezza e garantire ristori agli allevatori per le cosiddette perdite, dovute all'uccisione sistematica di tutti gli animali in caso di malattia, con l'utilizzo di fondi pubblici che ammontano a decine di milioni di euro per ogni ondata di malattia senza alcun vincolo per un cambiamento strutturale.