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Finanziamenti pubblici alla zootecnia: uno spot invita al consumo di carne, parlando di amore

In onda lo spot televisivo realizzato dal “Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP” finanziato dalla Regione Toscana. 

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 21 dicembre 2022

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I finanziamenti pubblici erogati alla zootecnia incentivano la sofferenza degli animali e lo sfruttamento delle risorse

Dal 4 al 17 dicembre è andato in onda lo spot televisivo realizzato dal “Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP” per la loro campagna istituzionale dal titolo “T’amo Vitellone Bianco - una storia d’amore da condividere ogni giorno”.

Lo spot pubblicitario del Consorzio è stato finanziato dalla Regione Toscana che ha emanato il bando. Il Programma di sviluppo rurale (Psr) del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) 2014-2022 della Toscana, infatti, ha cofinanziato e cofinanzia diversi progetti, attraverso contributi, sovvenzioni e finanziamenti erogati tramite i bandi con il contributo del Feasr.

Nello specifico i progetti del Feasr a favore dei servizi ambientali contemplano attività dirette a sostenere la tutela della biodiversità, degli habitat naturali e del paesaggio e ciò basta a rendere evidente come la sfida per la salvaguardia del clima, così come discussa negli anni e prevista anche in molti piani specifici - dalla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), al Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) – non tenga adeguatamente conto del peso della zootecnia sulle emissioni climalteranti.

I finanziamenti pubblici continuamente erogati alla zootecnia e alla coltivazione delle monocolture per gli allevamenti incentivano la sofferenza degli animali, lo sfruttamento delle risorse, il percorso distruttivo dell’ambiente e gli elevati costi sociosanitari dell’industria della carne.

È necessario invece destinare i fondi pubblici per aiutare una riconversione alla sola produzione vegetale, di per sé affatto monocolturale, ma molto variegata e vera eccellenza del nostro Paese.
Per questo LAV chiede da sempre lo stop ai finanziamenti pubblici alla zootecnia e auspica una maggiore trasparenza nei criteri e nei numeri relativi ai finanziamenti erogati.

Inoltre, in uno spot come quello in questione, che in 15 secondi ambisce all’aumento di produzione in periodo Natalizio e parla di amore, appare evidente la dissociazione cognitiva tra le parole in sottofondo e ciò che invece comporta all’animale la scelta alimentare pubblicizzata: l’animale verrà ucciso e macellato per imbandire le tavole. Se il “t’amo Vitellone Bianco” è pronunciato per il modo in cui, in teoria, l’animale dovrebbe essere allevato, l’invito al suo consumo non può certo definirsi amorevole verso il vitellone.

Le pratiche di macellazione hanno lo stesso esito per tutti e comportano: il trasferimento degli animali verso il macello, l’immobilizzazione, lo stordimento (per i bovini può essere anche tramite elettronarcosi), scuoiamento, squartamento e sezionamento. Non proprio gesti di amore.

Anche a Natale possiamo non nutrirci di crudeltà. Le alternative vegetali sono tante e LAV ha predisposto anche un gustoso menù, di cui invitiamo a leggere le ricette.