Battaglie e cambio della sensibilità degli italiani hanno condotto ad alcuni cambiamenti.
In un periodo dell'anno in cui gli spettacoli circensi costituiscono un'intrattenimento frequente, fotografiamo la situazione.
Quest’anno i circhi tradizionali italiani sembra si siano divisi in due scuole di pensiero: quelli rimasti “tradizionalisti” dove gli animali sono ancora sfruttati e costretti a vivere in condizioni inaccettabili per la loro natura ed esigenze e quelli che, in molti casi non rinnegando il loro passato, hanno deciso di fare però un esperimento diverso, nuovo, necessario da tempo, ovvero di esibirsi con uno show completamente privo di animali.
In realtà esistono anche delle vie di mezzo, coloro che non esibiscono più gli animali durante gli spettacoli, ma li rendono “visitabili” presso lo zoo del circo.
Rispetto agli scorsi anni, i numeri degli spettacoli con animali soprattutto in alcune regioni italiani risulta diminuito, complice la tecnologia sempre più avanzata e una necessità di sopravvivenza del tendone stesso, confusa invece, la motivazione sul benessere degli animali, per chi da generazioni li ha sempre usati e sfruttati.
Roma e Milano fanno da protagoniste in questa stagione festiva che vede il picco di ingressi intorno a Natale e poi durante il Veglione del 31 dicembre.
Circhi
“storicamente” noti e in alcuni casi anche legati da parentela, portano in
scena il cambiamento.
Ologrammi di animali da una parte, numeri da Cirque
du Soleil dall’altra, ormai fanno apparire sempre più obsoleto il circo
tradizionale, contro il quale LAV combatte da oltre quarant’anni.
Un esempio è
il Circo Medrano - circensi dal 1864 con cui in passato ci siamo scontrati
sulle condizioni degli animali detenuti - in scena a Milano e Firenze
fino a metà febbraio con due spettacoli che, come dichiarato nel loro comunicato
stampa “si concentrano su artisti di alto livello per cambiare completamente
la forma classica dello spettacolo”.
Ci auguriamo
che il pubblico opti
decisamente in favore di insegne che hanno fatto questo “salto”, e promuovono
spettacoli umani complessi, come giocolieri e acrobati, e ologrammi, eliminando
finalmente la tristezza e quel potente senso di errato e ingiusto che
accompagna gli spettacoli in cui si sfruttano gli animali.
In parallelo, esiste il mondo del circo sociale e contemporaneo che non ha mai sfruttato gli animali nei suoi spettacoli e che, come in altri paesi quali la Francia, sta doppiando numericamente i circhi tradizionali con animali.
Le offerte sono numerose e ospitate anche presso luoghi importanti e prestigiosi. Un esempio è la Biennale di Venezia dove cinque spettacoli gratuiti dedicati alle famiglie e realizzati da compagnie di circo contemporaneo italiane e internazionali si esibiranno con acrobazie, giocolerie e musiche eseguite da clown fino a sabato 6 gennaio.
Anche l’Auditorium Santa Cecilia di Roma mette in scena il nuovo centro di produzione circense fondato dalla Compagnia Circo El Grito, con “OPS!”, la rassegna di circo contemporaneo in collaborazione con il SIC – Stabile di Innovazione Circense, con tre spettacoli delle compagnie tra le più immaginifiche e innovative del panorama internazionale.
Insomma, i tempi si stanno adeguando alle esigenze delle generazioni, alla consapevolezza che non esistono né educazione e né alcun tipo di insegnamento provenienti da circhi dove gli animali sono costretti ad esercizi innaturali ed estenuanti spostamenti, come emerso dal sondaggio DOXA di settembre 2023.
Sono numerosi gli esponenti del settore che se ne stanno rendendo conto, e ciò non deve far altro che rafforzare la necessità di operare con una normativa nazionale che contrasti la condizione di sfruttamento e maltrattamento degli animali.
Si potrebbe porre fine a tutto questo con l’approvazione, finalmente, da parte del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano dello Schema di Decreto Legislativo che prevede il divieto d’utilizzo di animali nei circhi prevista per agosto del 2024.