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Piani di gestione specie "invasive": no alle uccisioni, vietare il commercio!

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Ultimo aggiornamento

martedì 04 agosto 2020

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Con una consultazione avviata il 9 giugno scorso, il Ministero dell’Ambiente ha sottoposto al pubblico sette piani d’azione nazionale per la gestione di altrettante specie considerate invasive ai sensi del Regolamento europeo 1143/2014 relativo a “disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”.

Con il pretesto di avviare azioni di gestione, controllo, eradicazione, l’adozione dei piani si tradurrà in un via libera allo sterminio di Scoiattolo grigio, Scoiattolo del Pallas, Procione, Ibis sacro, Tartaruga palustre americana, Calabrone asiatico, anche con il coinvolgimento dei cacciatori, su tutto il territorio nazionale.

Tutto ciò nonostante il Regolamento Europeo consenta anche il ricorso a sistemi non letali.

L’analisi dei sette piani posti in consultazione ha evidenziato gravi carenze in relazione alle misure di prevenzione all’introduzione delle specie esotiche e soprattutto rispetto ai metodi di gestione non cruenti che sono comunque previsti dal Regolamento Europeo. Inoltre è del tutto assente l’applicazione del principio “chi inquina paga”, che prevede che le spese derivanti dalle operazioni di gestione delle specie cosiddette invasive, debbano essere imputate a coloro che hanno causato l’arrivo degli animali esotici sul territorio, quindi agli importatori che per anni hanno lucrato sulla vita degli animali utilizzandoli come oggetti da vendere.

Abbiamo quindi scritto una lettera al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, con la quale chiediamo

  • che sia rapidamente imposto il divieto di importazione di qualsiasi specie animale, unico sistema che può efficacemente e concretamente impedire l’insediamento sul territorio di altre specie esotiche;
  • che sia finalmente avviato il percorso di autorizzazione alla messa in commercio del vaccino immunocontraccettivo che, bloccando la riproduzione delle specie cosiddette invasive, può realmente e in maniera del tutto incruenta, ridurre il loro numero.

Non è più accettabile che gli animali appartenenti alle specie esotiche cosiddette invasive siano puniti due volte, prima con il trasferimento dai loro luoghi di origine e poi con l’uccisione, mentre le categorie economiche che per anni hanno lucrato sulla loro pelle continuano a restare indenni. 

 

La richiesta di fermare il commercio, l’uso e l’uccisione degli animali selvatici ed esotici fa anche parte delle 6 proposte LAV contenute nel Manifesto “Non torniamo come prima”, per agire sulle cause della pandemia ed evitarne di future

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