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Sondaggio europeo: 83% degli italiani che vive in aree rurali è contrario alla caccia

Medaglia d'oro agli italiani per la richiesta di tutela degli animali selvatici.

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mercoledì 08 maggio 2024

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#caccia
Animali selvatici

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La caccia è un relitto sociale senza futuro

A novembre scorso la coalizione europea delle associazioni di tutela degli animali, Eurogroup for Animals, della quale fa parte anche LAV, ha commissionato a Savanta, multinazionale specializzata nei sondaggi d'opinione, una ricerca sulla percezione della caccia fra i cittadini europei residenti in Germania, Francia, Spagna, Olanda, Italia, Belgio, Polonia, Danimarca, Svezia e Romania.

La ricerca non si è rivolta a chi vive nelle aree urbane, ma ha avuto come campione solo ed esclusivamente le persone residenti nelle zone rurali. Le risposte assumono quindi un peso particolarmente rilevante perché sono si tratta di chi è più esposto ai soprusi, ai pericoli e all'invadenza dei cacciatori.

I dati emersi dalle interviste effettuate sui cittadini italiani sono importanti e confermano la consolidata contrarietà degli italiani alla caccia e assumono ancora più rilevanza perché riferiti esclusivamente a cittadini che vivono in aree rurali, cioè proprio dove la caccia è maggiormente radicata. Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici

È così che ben l'83% degli italiani desidera che vengano studiati e applicati sistemi non letali e non cruenti per la gestione delle popolazioni di animali selvatici, manifestando così la netta contrarietà all'utilizzo dei fucili dei cacciatori.

Un vero e proprio primato che vede il nostro Paese in prima fila per condannare senza esitazioni la caccia, relegandola tra le attività crudeli e intollerabili. Oltre che pericolose, al punto che ben il 49% degli italiani che vivono nelle zone rurali ha affermato di non sentirsi sicuro nell'uscire di casa durante la stagione di caccia, a fronte di solo il 24% che invece dichiara di non essere preoccupato.

Altro dato rilevante è quello che vede ben il 79% dei cittadini italiani considerare gli animali selvatici esseri senzienti che dovrebbero essere protetti. Una posizione che prende così le distanze dalle recenti, assurde e antiscientifiche dichiarazioni del ministro Lollobrigida secondo il quale solo gli esseri umani dovrebbero essere considerati tali. Anche in questo caso il nostro Paese raggiunge il primato europeo relegando così le considerazioni di Lollobrigida all'espressione di una risicata e retrograda minoranza, come quella dei cacciatori, la lobby spudoratamente coccolata dal ministro.

Ai dati sopra analizzati possiamo aggiungere anche il 76% dei cittadini italiani che ritiene che sia più importante la tutela della biodiversità e il benessere degli animali rispetto al mantenimento delle tradizioni venatorie e il 72% che si dichiara contrario alla caccia nei confronti di animali nati e allevati in cattività, come le decine di migliaia di lepri e fagiani che ogni anno i cacciatori italiani rilasciano sul territorio al solo scopo di fucilarli nei giorni di caccia.

Il quadro è quindi chiaro e definito: gli italiani sono nettamente contrari alla caccia e a ogni altro abuso nei confronti degli animali selvatici, detenendo addirittura un primato a livello europeo per volontà di tutela. I politici che in questi giorni si sperticano in lodi e accondiscendenze nei confronti del mondo venatorio nella speranza di raggranellare qualche voto in vista delle prossime elezioni europee, sono intollerati proprio in quelle aree rurali dove si concentrano i cacciatori.

La caccia è un relitto sociale senza futuro del quale dobbiamo liberarci il prima possibile, uccidere gli animali per divertimento è sintomo di una società malata.

I dati raccolti con il sondaggio europeo confermano scientificamente la considerazione che lo stesso Leone Tolstoj aveva della caccia più di cent'anni or sono: 'in essa non vedo che un atto inumano e sanguinario, degno solamente di selvaggi e di uomini che conducono una vita senza coscienza, che non si armonizza con la civiltà e col grado di sviluppo a cui noi ci crediamo arrivati'.