I risultati smontano la narrazione di certa politica, ministro Lollobrigida in testa, incapace di favorire la convivenza. Anche in Italia c’è grande richiesta di mantenimento dello status di protezione dei grandi carnivori.
A novembre scorso la coalizione europea delle associazioni di tutela degli animali – Eurogroup for Animals – della quale fa parte anche la LAV, ha commissionato a Savasta, società internazionale specializzata nei sondaggi d’opinione, una ricerca sulla percezione dei grandi carnivori fra i cittadini europei. Tale ricerca non si è rivolta a coloro che vivono nelle aree urbane, nessuna città grande o piccola e zone limitrofe, ma ha avuto come campione solo ed esclusivamente le persone residenti nelle zone rurali, le cui risposte assumono quindi un peso particolarmente rilevante, perché sono quelle più esposte alla sfida della convivenza con i grandi carnivori.
I dati emersi dalle interviste effettuate sui cittadini italiani sono sbalorditivi e in netta controtendenza con la narrazione di certa politica locale, nazionale ed europea che, alla ricerca di facile consenso, specula sulle legittime preoccupazioni delle persone, gonfiate ad arte, senza però dare alcuna risposta utile se non a tentare di raggranellare un po’ di consenso elettorale, continuando a soffiare sul fuoco della paura.
Ben il 76% degli italiani che vivono nelle aree rurali, dalle valli trentine all’Appennino, dalla Maremma alla Lessinia, afferma quindi che è necessario mantenere il rigoroso status di tutela di lupi e orsi oggi assicurato dalle norme europee, giungendo a un fragoroso 80% che ritiene fermamente che i grandi carnivori abbiano tutto il diritto di esistere nel nostro Paese, in piena contrapposizione con le recenti dichiarazioni del Ministro Lollobrigida, secondo cui sarebbe necessario ridimensionare lo status di tutela dei grandi carnivori, dichiarazioni che hanno peraltro lasciato indifferenti la stragrande maggioranza dei Paesi membri dell’UE, evidentemente più consapevoli dei desideri dei propri cittadini.
Altro dato che smentisce, senza alcun dubbio, la narrazione pilotata dalla politica è quello relativo alla presunta preoccupazione generata dalla presenza di orsi e lupi sul territorio. Innanzitutto, ben il 79% degli intervistati sostiene che gli allevatori dovrebbero adottare gli strumenti oggi disponibili per la protezione dalle predazioni, mentre solo il 34% dei cittadini rurali intervistati ha dichiarato che la presenza di grandi carnivori nella propria zona li fa sentire insicuri e un’ulteriore 26% non ha un’opinione, confermando quindi che non si tratta di una grande preoccupazione. Di segno completamente opposto è quel 50% degli intervistati che ha dichiarato di sentirsi insicuro nell’uscire durante la stagione di caccia.
Questi dati evidenziano quindi che, se la politica volesse realmente favorire la sicurezza dei cittadini, dovrebbe primariamente preoccuparsi di abolire la caccia, un passatempo che causa ogni anno decine di morti e feriti a differenza degli incidenti con i grandi carnivori, che continuano ad essere eventi estremamente rari e soprattutto legati alla mancanza di conoscenza del comportamento che bisogna assumere nel caso di incontro con lupi e orsi.
Infatti, dal sondaggio emerge prepotente la necessità di fornire maggiore informazione sul tema dei grandi carnivori, come dimostra il 74% dei cittadini intervistati che ha dichiarato di sapere poco o nulla su cosa fare in caso di incontro con lupi e orsi, mentre rispettivamente il 76% e il 69% ha affermato di sapere poco o nulla sullo stato dei grandi carnivori in Europa e sul loro comportamento. Al punto che il 63% degli intervistati esprime il desiderio di ricevere specifica educazione sul comportamento dei grandi carnivori, sottolineando che capire come si comportano i lupi e gli orsi e imparare a dissuaderli in modo sicuro in caso di incontro contribuirebbe al loro senso di sicurezza.
Ed è proprio sul tema della sicurezza “percepita” che dal sondaggio emerge la grande responsabilità dei media nel creare un sentimento diffuso di preoccupazione tra i cittadini, la maggior parte dei quali, pari al 42%, ha indicato che maggiore è l’attenzione negativa dei media rivolta ai grandi carnivori, più si sentono insicuri. Titoli roboanti, dichiarazioni di responsabili istituzionali al limite del “procurato allarme”, sono quindi elementi che dovrebbero scomparire dalle cronache, sostituiti da informazioni scientifiche circostanziate che fornirebbero anche una risposta all’88% dei cittadini che ritiene di rilevante importanza la tutela dell’ambiente anche per le generazioni future.
Ciò che in definitiva emerge dal sondaggio è che i cittadini delle zone rurali sono pienamente favorevoli alla convivenza con i grandi carnivori. Quindi i politici che sostengono la necessità di aprire la caccia ai lupi, oppure la deportazione in massa degli orsi, dimostrano una volta di più la loro siderale distanza dai reali bisogni dei cittadini, unita a una sostanziale ignoranza sul tema della gestione della convivenza.
I risultati del sondaggio hanno dato una chiara indicazione, è ora che la politica europea, nazionale e locale si metta a lavorare seriamente per favorire la convivenza pacifica con lupi e orsi, recuperando il tempo perduto a soffiare sul fuoco dello scontro sociale in una modalità da social “acchiappa like". Gli strumenti esistono e sono utilizzati da decenni in tutto il mondo, è sufficiente solamente diffonderli sul territorio, vincendo le resistenze delle frange più estremiste e retrive del mondo agricolo e allevatoriale che non vogliono accettare la presenza di lupi e orsi ma che i risultati del sondaggio dimostrano essere solo una risicata minoranza dei cittadini che vivono nelle zone rurali.
Costituzione e animali selvatici: a che punto siamo?
Domani 13 dicembre, dalle 10:00 alle 13:00, presso la Sala della Regina di Montecitorio, si terrà la tavola rotonda:
L'evento, organizzato da LAV e WWF, con il supporto di ENPA, LAC, LEIDAA, LIPU, LNDC e OIPA, vuole analizzare lo stato di attuazione dei principi sanciti dall’articolo 9 della Costituzione - così come aggiornato a febbraio 2022 - che inserisce tra i principi fondamentali dell’ordinamento repubblicano la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni e disponendo che la legge dello Stato disciplini modi e forme di tutela degli animali.