I delfinari dell'Unione Europea, inclusi quelli nazionali, non rispettano la Direttiva 1999/22/CE relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici: per questo, insieme a Marevivo, sollecitiamo la Commissione Europea ad avviare una procedura d'infrazione nei confronti del nostro Governo.
E' la richiesta che abbiamo presentato oggi, nella sala Caduti di Nassirya del Senato, insieme al Rapporto, elaborato dalla Whale and Dolphin Conservation in collaborazione con Born Free Foundation, ENDCAP, noi e Marevivo, sulle gravi violazioni nei delfinari dell'Unione Europea.
Ad oggi in Europa ci sono:
In particolare, gli Stati, tra cui l'Italia, vengono meno al loro obbligo di assicurare che gli zoo partecipino ad attività di conservazione delle specie, di promuovere l'educazione e la sensibilizzazione del pubblico, di offrire agli animali ambienti in grado di soddisfare le loro esigenze biologiche e di conservazione.
Tutti i delfinari esaminati, inclusi quelli Italiani (Delfinario di Rimini, Oltremare di Riccione, Zoomarine Roma, Fasanolandia) danno uno scarso contributo alla conservazione della diversità biologica. Peraltro le attività dei delfinari italiani sono al centro di due interrogazioni al Ministro, presentate alla Camera da Michela Vittoria Brambilla (Pdl) e al Senato da Loredana De Petris (Sel), che attendono una decisione urgente.
In Italia, infatti, i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, facendo invece spettacolo: un inganno inaccettabile!
In generale, decessi prematuri e basso successo riproduttivo hanno reso insostenibile la conservazione dei delfini tursiopi (i Tursiops Truncatus sono la specie normalmente utilizzata nei delfinari per la sua intelligenza) e nessuno degli attuali delfinari dell'UE ha effettuato reinserimenti nell'ambiente naturale!
Spettacoli? Troppi, e ad alto volume
Nessuno dei cetacei tenuti in cattività nell'UE ha la libertà di esprimere un comportamento normale, un principio-guida per il benessere degli animali. Fra i cetacei tenuti in cattività, sono comuni situazioni di stress e comportamenti stereotipati.
Trentadue delfinari dell'UE organizzano regolarmente, a pagamento, dimostrazioni o spettacoli di cetacei destinati al pubblico, spesso con accompagnamento musicale ad alto volume, nonostante queste dimostrazioni siano scoraggiate dalla European Association of Aquatic Mammals.
Venti delfinari offrono ai visitatori l'opportunità di avvicinarsi ai cetacei, per scattare foto, nuotare con i delfini o praticare la delfinoterapia. Il contatto diretto fra il pubblico ed i cetacei in cattività espone entrambi a notevole rischi di contrarre malattie o riportare infortuni.
In cattività si muore più che in natura
Il Rapporto conferma che i tassi di sopravvivenza dei cetacei tenuti in cattività sono inferiori a quelli che si riscontrano in natura! In alcune parti del mondo, inoltre, sono tuttora in corso catture dall'ambiente naturale per alimentare l' "industria" mondiale dei delfinari.
I dati commerciali indicano che, fra il 1979 e il 2008, sono stati importati 285 cetacei vivi nell'UE, nonostante il divieto di cui al Regolamento (CE) n.338/97 (CITES) sull'importazione di cetacei nell'UE a fini prevalentemente commerciali.
Se il numero dei delfinari dell'UE resterà inalterato o aumenterà, saranno necessarie altre importazioni di delfini catturati in mare, una grave minaccia per le popolazioni di cetacei che vivono in natura!
Non ignorare la loro sofferenza, tu puoi aiutarli: visita Sosdelfini!