Erano detenute all'interno di un'abitazione, con porte e finestre chiuse, e ammassate su escrementi.
90 pecore del Camerun costrette a vivere dentro le mura di un casolare, senza elettricità né gas, con porte e imposte chiuse, ammassati e tra gli escrementi, mentre i cadaveri venivano bruciati nel cortile. Con loro viveva anche il proprietario dell'immobile, ben conosciuto dalle autorità locali, che da oltre 20 anni era noto anche alle cronache per le condizioni di vita.
Finalmente, la settimana scorsa, una maxi-operazione coordinata dal Maresciallo Architravo, comandante della stazione dei Carabinieri, unitamente a tutti i militari della stazione di Pastrengo, ha portato in salvo gli animali.
L'esito è stato possibile grazie anche alla collaborazione, durante il recupero degli animali, del personale del Nucleo Carabinieri Forestali di Costermano sul Garda, dei Vigili del Fuoco, di veterinari ed ispettori dell'Azienda ULSS 9, della Polizia locale e di personale socio-sanitario intervenuto per garantire le adeguate cure all'uomo, trasportato per accertamenti in Pronto soccorso.
Tutti gli animali, in custodia al Comune e sotto la tutela di LAV, sono in questo momento in stallo in un luogo sicuro, dove stanno ricevendo cibo e acqua fresca e dove stanno assaporando le loro prime ore di libertà: una situazione a cui non sono abituati e che li sta stressando molto.
Stiamo procedendo per piccoli passi: hanno bisogno di assestarsi e di ritrovare il loro equilibrio, per poter procedere anche con eventuali cure veterinarie. Nel frattempo, ci stiamo già muovendo per trovare loro una situazione definitiva e garantirgli una vita libera e dignitosa come merita ogni essere vivente.
Negli ultimi 20 anni erano stati fatti oltre 25 tentativi di accesso all'abitazione dove gli animali venivano detenuti, ma senza alcun successo.
Una situazione di maltrattamento per tutti gli animali presenti, ma anche un focolaio di possibile zoonosi, vista la totale mancanza di igiene del luogo, oltre all'elevata presenza di cadaveri di animali in tutto il podere. Animali che spesso venivano bruciati per evitare di pagare la cifra necessaria al corretto smaltimento del corpo, come da normativa, stando a quanto affermato dal proprietario durante un servizio di denuncia di Striscia la Notizia del 2016.
Solo la decisione di effettuare un'indagine autoptica sul corpo di una delle pecore ritrovate senza vita ha permesso di far aprire un'indagine e far partire l'operazione di sequestro.
E proprio a supporto delle Forze dell'Ordine e di tutta la collettività, a Verona da quasi due anni è attivo il primo Sportello contro i maltrattamenti sugli animali gestito da LAV, a cui ne sono seguiti altri, sempre LAV, a Trento, Lucca, Bari e Bologna.
Nel 2023 presso lo sportello contro i maltrattamenti di Verona sono state raccolte 283 segnalazioni, eseguiti 150 sopralluoghi con 27 denunce alle Forze dell'Ordine e sono stati in tal modo salvati 183 animali.
Come LAV siamo stati chiamati per l'occasione dal PM Gennaro Ottaviano al fine di prenderci cura di tutti questi animali e garantire loro un futuro di libertà e dignità. Questo è l'ennesimo riconoscimento di oltre 40 anni di lavoro dalla parte degli animali, di cui andiamo fieri.
Gli animali subiscono ogni giorno, ovunque, efferate violenze di ogni genere.
Con il tuo aiuto possiamo intervenire e salvarne il più possibile.
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