Una segnalazione straziante, quella che ci ha portato a conoscere la storia di Jack, dogo argentino liberato dalla prigionia grazie all’intervento dei volontari dello Sportello contro i maltrattamenti di Bari.
Una serie di ululati struggenti, questa la richiesta di aiuto che Jack, dogo argentino di circa 5 anni, lanciava, nella speranza di trovare qualcuno che lo aiutasse, nella desolazione della campagna pugliese, dove era stato lasciato solo, in gabbia.
Ululati fortunatamente sentiti da una persona che, con il suo cane, passava di lì per caso. Rimasta fortemente colpita e turbata dal ritrovamento del cane in condizioni gravissime, ha deciso di rivolgersi allo Sportello LAV contro i maltrattamenti di Bari per segnalare il caso.
All’arrivo della segnalazione, i volontari dello Sportello si sono subito attivati e hanno organizzato un sopralluogo sul posto per le verifiche necessarie. Una volta arrivati, purtroppo, hanno trovato una situazione ancora peggiore rispetto a quella descritta.
Jack era tenuto prigioniero di una gabbia di ferro arrugginita, senza copertura. Unico riparo: un bidone, arrugginito anch’esso. Unica fonte di sostentamento: alcuni croccantini, lasciati per terra, e dell’acqua verde e putrida lasciata in un contenitore, da cui il cane beveva assetato per la costante esposizione al sole bollente.
Il cane si trovava in quella situazione da oltre 4 anni. Prima, aveva avuto un passato da “cane combattente” e l’attuale proprietario lo aveva portato via da quella situazione per salvarlo e sottrarlo a quella pratica di maltrattamento così aggressiva, destinandolo però inconsapevolmente in una situazione altrettanto tragica.
I volontari LAV hanno trovato Jack steso sullo stesso terreno dove c’erano le sue feci. Il cane ogni tanto scavava, ogni tanto si fermava, rivolgendo occhi tristi ai volontari. Lo Sportello LAV di Bari ha tentato un approccio bonario con il proprietario del cane, che si è dichiarato impossibilitato ad accudire l’animale, ed è riuscito a farselo cedere. I volontari lo hanno quindi portato al sicuro in una pensione gestita da persone formate sulla gestione di cani aggressivi.
Oggi Jack è un cane ancora molto provato, avendo vissuto anni di sofferenza e schiavitù. Il suo percorso di recupero e riacquisizione di fiducia nell’essere umano sarà quindi lungo e tortuoso, ma siamo sicuri, insieme, di potercela fare.
Insieme a te, cancellare il segno dei maltrattamenti è possibile. Abbiamo salvato Jack dalla prigionia e dall'abbandono, aiutaci a occuparci di lui ogni giorno.
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