Noi sappiamo bene da che parte stiamo e lottiamo da anni per i diritti di tutti gli animali sfruttati per scopi produttivi e riproduttivi, funzionali a una filiera alimentare crudele e insostenibile.
Gli animali sono, invece, esseri senzienti, come ampiamente mostrato dalla letteratura scientifica e riconosciuto nel TFUE art. 13. Eppure, le pratiche zootecniche tuttora diffuse e normate non sono adeguate a garantire condizioni di vita accettabili agli animali allevati.
Le condizioni a cui la zootecnia costringe gli animali negli allevamenti sono ben lontane dal rispetto delle caratteristiche etologiche delle specie allevate.
Il maltrattamento è intrinseco alla detenzione cui sono costretti gli animali, in una totale indifferenza delle esigenze sociali e comportamentali delle singole specie:
Animali mandati al macello giovanissimi, alcuni già a poche settimane di vita, come i polli. Complice essenziale di condizioni di vita inaccettabili è anche la selezione genetica, che possiamo definire manipolazione genetica, che negli anni è stata sviluppata per rendere sempre più produttivi gli animali.
Una manipolazione che ha stravolto la natura degli animali causando enormi problemi di salute agli animali, a partire dal loro sistema immunitario, essendo ormai cloni gli uni degli altri e per questo molto suscettibili al contagio di agenti patogeni.
L’esasperata selezione delle razze più produttive e dei tratti che consentono stabulazione ammassata in spazi ristretti non può in alcun modo essere vista come una soluzione alla transizione alimentare “meno animali, meno spazio, più rendimento”, ma anzi, come mostra anche la letteratura scientifica, spesso si traduce in gravi patologie sviluppate dagli animali, che sono di fatto esposti ad un maltrattamento sistematizzato.
Oltre all’impatto sugli animali, anche l’impatto degli allevamenti su salute e ambiente non è affatto trascurabile tra fattori inquinanti dell’aria, alteranti della biodiversità e distruttivi del terreno.
Per tutti questi motivi, da anni, denunciamo le gravi problematiche del sistema zootecnico attraverso una presenza costante sul territorio, denunciando situazioni di maltrattamenti, sensibilizzando ad un’alimentazione vegetale, avanzando proposte di legge per garantire agli animali maggiori tutele e collaborando con altre associazioni in coalizione, per dare voce agli animali anche a livello europeo.
Proprio a livello europeo vi sono stati importanti passi avanti, determinanti per gli impegni futuri anche in ambito nazionale. La Commissione UE è impegnata nell’ambito della strategia Farm to Fork a una revisione della normativa europea per aggiornare le norme dell'UE in materia di benessere degli animali allevati, al fine di valorizzare il contributo delle recenti analisi scientifiche, ampliarne la portata e renderle più semplici da applicare, migliorando così in generale la tutela degli animali nell'UE.
Un segnale che ha confermato la sempre crescente attenzione dei cittadini per le condizioni di vita degli animali allevati, come accaduto anche in occasione dell’iniziativa dei cittadini europei per porre fine all’era delle gabbie. Sostenuta da 170 associazioni e da oltre 1.4 milioni di firme certificate, è stata la prima iniziativa in Europa sul tema della detenzione degli animali allevati per la produzione alimentare. La Commissione europea ha dichiarato che entro il 2027 le gabbie saranno vietate e già entro il 2023 verrà presentata una proposta legislativa per avviare la transizione.
L’impegno di LAV, con la coalizione italiana End The Cage Age, è quindi di chiedere al Governo Italiano di sostenere la Commissione europea in tutte le sedi opportune, per porre fine all’utilizzo delle gabbie, dando seguito alle richieste dei cittadini e all’evidenza scientifica ormai schiacciante.
Crediamo che sia possibile, oltre che doveroso, escludere l’allevamento dalle attività ammissibili ai sussidi agricoli a favore dell’inclusione di alternative etiche ed ecologiche, per stimolare un’innovazione davvero sostenibile e senza crudeltà, e ci battiamo affinché questo si possa realizzare il prima possibile. È essenziale un cambio sistemico della produzione e dei consumi, per concretizzare il sostegno alla transizione agroalimentare.
Quello che facciamo lo facciamo per tutti quei miliardi di animali sfruttati a fini alimentari, nascosti agli occhi di molti, ma ben presenti dietro muri di capannoni e macelli, che vogliono libertà.
Stai dalla nostra parte, stai dalla parte degli animali.
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