Lo Sciopero globale di oggi ci ricorda che la sfida per il clima è una guerra da vincere velocemente agendo su molteplici fronti. Uno di questi è il cambiamento radicale del sistema alimentare.
Lo Sciopero globale di oggi, che coinvolge milioni di persone a livello internazionale, ci ricorda che la sfida per il clima è una guerra da vincere velocemente agendo su molteplici fronti.
La lotta al cambiamento climatico richiede sforzi sistemici, che vanno inquadrati nelle priorità del governo nazionale e non solo. Uno di questi è il cambiamento radicale del sistema alimentare.
L’impatto della zootecnia sul cambiamento climatico è enorme.
Elevati livelli di emissioni inquinanti provengono dagli allevamenti, che sono anche causa di un’importante deframmentazione ambientale su tutto il territorio nazionale con estesi appezzamenti di terreno sottratti a boschi e destinati a strutture di allevamento o alla produzione di foraggio. È evidente come il consumo di carne e alimenti di origine animale non è assolutamente sostenibile.
Haarlem, città olandese, dal 2024 diventerà la prima al mondo a bandire la pubblicità della carne dagli spazi pubblici. Eppure, l’UE continua a stanziare ingenti contributi finanziari a campagne incentrate proprio sulla promozione del consumo di carne e di altri alimenti di origine animale. La natura paradossale di queste campagne e del loro sostegno salta agli occhi quando vediamo i dati e li confrontiamo con i costi per il nostro Paese, in termini di impatti ambientali e sanitari ed etici, come emergono dalla Ricerca LAV #CARISSIMACARNE.
Il ruolo delle istituzioni è fondamentale per guidare il cambiamento. Cosa possiamo aspettarci dal nuovo Parlamento che verrà eletto il prossimo 25 settembre?
Ecco il prospetto, realizzato insieme ad altre 12 organizzazioni, sugli impegni presi dai partiti anche sul tema degli allevamenti.
Ci auguriamo che i cittadini responsabili e lungimiranti sappiano dove indirizzare il loro voto e i politici vogliano sappiano agire concretamente per il futuro del Pianeta. Senza se e senza ma.
Ed è di nuovo l’esempio olandese che vale la pena ricordare: il governo dei Paesi Bassi ha approvato un piano di riduzione del numero di animali allevati del 30% entro il 2025 per mettere un freno all’inquinamento e fare fronte all’emergenza climatica. Solo riconoscendo pienamente l’impatto della zootecnia sul clima e avviando convintamente la transizione alimentare verso il consumo di cibi vegetali sarà possibile bloccarla.