Rinchiusi in gabbie anguste, migliaia di macachi sono trasportati via aria verso il loro atroce destino in laboratori di sperimentazione.
L'organizzazione Animal Rights ha appena diffuso gli esiti delle ispezioni svolte dalle autorità competenti durante il trasporto di centinaia di macachi destinati ai laboratori di tutta Europa.
Nonostante il fenomeno venga nascosto, ogni mese, migliaia di macachi sorvolano le nostre teste, all'interno di gabbie anguste e rumorosissime di aeroplani, destinati ad una sofferenza ancora più grande: quella dei laboratori di sperimentazione.
L'associazione belga ha svelato cosa avviene durante questi trasporti, accedendo tramite richieste di accesso agli atti, alle ispezioni svolte negli ultimi due anni nell'aeroporto di Bruxelles: snodo cruciale per il transito di macachi dall'Asia o dalla Spagna (dove si trova il terribile allevamento di Camarney che l'associazione Abolición Vivisección sta cercando di contrastare), e destinati agli stabulari europei e americani.
Ciò che è stato scoperto, per quanto allarmante, risulta l'ennesimo sintomo di un sistema sbagliato in ogni sua parte: macachi trasportati in stive in cui la temperatura registrata era di 10°C (nonostante si tratti di animali che vivono in zone tropicali), scimmie ferite e ricoperte di sangue o sporche di diarrea, costrette a rimanere in quell'ambiente piccolo e malsano per decine di ore, senza che alcun intervento venisse messo in atto.
Oltre ad aver rilevato la presenza di animali trasportati in condizioni di evidente irregolarità, il 17 luglio 2024 uno dei macachi trasportati dall'Europa agli Stati Uniti è stato trovato morto, per una presunta reazione avversa alla sedazione.
I fatti di cronaca continuano a dimostrare quanto venga celato dietro il fenomeno della sperimentazione animale, e noi di LAV continueremo a batterci e a supportare associazioni che come noi vogliono mettere la parola fine a questa barbarie.
Una ricerca etica e innovativa non ha bisogno di sofferenza imposta agli animali: rinnoviamo ancora una volta l'appello al Ministro Bernini affinché vincoli parte dei fondi del PNRR ai metodi sostitutivi.
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