Le emissioni causate dal sistema alimentare globale sono sufficienti a impedire il raggiungimento degli obiettivi climatici previsti dagli Accordi di Parigi e ciò accadrebbe anche se fossero annullate tutte le emissioni da altre fonti.
La conclusione netta e tagliente proviene da un nuovo studio a cura dall’Università di Oxford, dopo quello apparso su Nature nel 2018, pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Science.
Alcuni fatti:
I ricercatori dell’Oxford Martin School and Nuffield Department of Population Health hanno individuato il passaggio ad un’alimentazione prevalentemente a base vegetale come l’azione più efficace in termini di risparmio di emissioni di gas serra, rispetto ai limiti imposti dagli Accordi di Parigi. [1]
L’ulteriore conferma della necessità di comprendere l’urgenza del cambiamento epocale che deve avvenire nel sistema alimentare. Il tempo, infatti, è un aspetto essenziale: più si va avanti, più drastiche dovranno essere le misure da adottare per riparare – se riusciremo – ai danni climatici. E sulle misure drastiche stiamo imparando tutti qualcosa, con l’emergenza sanitaria in corso.
Il primo passo immediato che chiediamo alle istituzioni è di implementare un’attività di informazione (anche tramite l’etichettatura degli alimenti) dei cittadini sul reale impatto ambientale del loro consumo di cibi di origine animale, e sui vantaggi che comporta l’alimentazione 100%vegetale.
Il ricorso alla tassazione della carne potrebbe essere il secondo passo da compiere. Le basi scientifiche ci sono tutte.
Paola Segurini, Area Scelta Veg e Roberto Bennati, Direttore Generale LAV
[1] Le altre strategie inerenti al cibo esaminate, cioè: corretto consumo di calorie giornaliere, colture ad alta resa, riduzione dello spreco alimentare e agricoltura ad elevata efficienza
Foto: (C) Jo-Anne McArthur / We Animals