Degli oltre 3.400.000 euro donati dallo Stato ai circhi con l’attribuzione dell’ultimo Fondo Unico dello Spettacolo, una cifra fra i 250mila e i 336 mila euro sono stati assegnati a circhi condannati per reati contro gli animali o che comunque hanno violato disposizione normative statali ed europee di protezione degli animali. Come tali, quindi, non potevano essere beneficiari di questi contributi assegnati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
Lo denunciamo, chiedendo la riconversione del Fondo ai soli circhi che non usano animali, facendo presentare un’interrogazione alla senatrice Silvana Amati (Pd) e alla deputata Michela Vittoria Brambilla (Pdl), con le quali le parlamentari chiedono al Ministro Bray se non ritenga doveroso e urgente disporre la revoca dei finanziamenti assegnati e se non ritenga importante assegnare questi finanziamenti, così come eventualmente altri, per la costituzione di un proprio Fondo per la custodia degli animali sequestrati o confiscati ad attività circensi visto che ad oggi questo costo è per lo più gravato sulle associazioni di protezione degli animali.
Il Decreto dell’11 luglio 2013, firmato dal Direttore Generale per lo spettacolo dal vivo Nastasi, riporta infatti tra i beneficiari alcune attività circensi di cui sono note “le condanne definitive o le violazioni di disposizioni normative statali e dell’Unione europea in materia di protezione degli animali”, come:
Qual è la ragione per la quale non sono stati, evidentemente, svolti da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali i controlli per rispettare l’articolo 7 comma 2 del Decreto Ministeriale 20 novembre 2007 e sulla base di quale tipo di ricerche e documentazione il Ministero ha finora proceduto negli anni precedenti e come intende procedere nei prossimi anni?
Da troppi anni attendiamo l’emanazione di una legge nazionale che preveda la riconversione dei circhi in spettacoli senza animali: questo tema deve diventare prioritario nell'agenda politica del nostro Parlamento, con la creazione e il sostegno di centri di accoglienza che possano ospitare animali man mano non più utilizzati negli spettacoli.