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Salvi tigre e leone sequestrati a Circo Martini, trasferiti in un Centro di Recupero

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Ultimo aggiornamento

lunedì 01 settembre 2014

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Questa mattina a Latina sono iniziate le operazioni di trasferimento di una tigre e di un leone del  “Circo Nazionale Aldo Martini”, sottoposti a sequestro per maltrattamenti dovuti alle condizioni di detenzione nella struttura circense.

Dopo aver inizialmente denunciato le condizioni in cui la tigre e il leone versavano, dando origine alle investigazioni delle autorità competenti, abbiamo finalmente reso possibile l’allontanamento dei due animali dalle gabbie dove fino a ieri sono rimasti detenuti, facendoci carico, grazie ai contributi del 5xMille, di tutte le spese di mantenimento necessarie a porre fine alla loro ulteriore prigionia.

Nel novembre del 2012  gli animali, una tigre e un leone adulti  e in condizioni di salute provate dalla lunga detenzione, vennero dati in custodia allo stesso indagato, con il divieto di impiegarli negli spettacoli e in attesa di una sistemazione più adeguata, che arriva oggi con il trasferimento nel Centro di recupero.

Nonostante il sequestro preventivo  avesse accertato l’ipotesi del reato, confermata dal Tribunale del Riesame che aveva rilevato “l’assoluta inopportunità che gli animali in sequestro rimangano in custodia dei proprietari”, gli animali erano rimasti fino a ieri in custodia allo stesso Circo Martini, fino ai nuovi sopralluoghi e alle nuove relazioni - effettuate anche grazie alle recenti segnalazioni della Sede LAV di Perugia - che hanno confermato l’esigenza del cambio di custodia. Si tratta di una prassi purtroppo diffusa, dovuta alla carenza di fondi delle Procure e di strutture adeguate per il recupero di animali esotici che si traduce nell’affidamento degli animali sequestrati ai medesimi autori dei maltrattamenti: un paradosso che rischia di ostacolare le forze di Polizia nell’applicazione della normativa vigente, penalizzando gli animali e la giustizia.

La vicenda della tigre e del leone sequestrati al Circo Martini, solleva ancora una volta il problema dello sfruttamento degli animali impiegati negli spettacoli dei circhi e delle gravi condizioni di detenzione in cui essi vengono mantenuti per anni, spesso per tutta la vita, stravolgendone del tutto i comportamenti e inducendo gravi patologie da stress.  

Denunciare tali condizioni ed ottenerne il sequestro spesso non è sufficiente a porre in salvo gli animali, per questo chiediamo una concreta politica di sostegno dei Centri di recupero, che svolgono attività importantissime e senza i quali non è possibile dare accoglienza ad animali sequestrati  che non possono essere reintrodotti in natura.

Altrettanto indispensabile è garantire le Istituzioni che da anni operano per il rispetto delle leggi a protezione degli animali, come il Corpo Forestale dello Stato che con il proprio servizio CITES mette a disposizione mezzi e competenze qualificate, rendendo possibile la gestione di complesse operazioni, come quella compiuta oggi.

Per questo, vogliamo inoltre ringraziare la Polizia Provinciale di Monza che ha operato il sequestro degli animali e ha favorito il loro trasferimento presso il Centro di recupero di Semproniano, in provincia di Grosseto, struttura riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente.

In Italia sono circa 2 mila gli animali prigionieri nei circhi: oggi due di loro sono stati tratti in salvo e per loro comincia una nuova vita. Nei prossimi giorni lanceremo sulla nostra pagina Facebook un contest per scegliere tutti insieme il nome da dare a questi splendidi animali, finalmente liberi dalla schiavitù del circo. 

Barbara Paladini