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'Sagra dei Osei' di Sacile: cancellato il contest canoro

L'anacronistica competizione tra centinaia di uccelli appartenenti a specie selvatiche imprigionati e costretti a cantare non si è svolta.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 28 agosto 2024

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Rimanere in catene potrebbe aiutarli a empatizzare con gli animali

L’anacronistica Sagra dei Osei di Sacile, in cui vengono esibiti migliaia di individui appartenenti a diverse specie di uccelli imprigionati a vita e sfruttati per il divertimento delle persone, non smette di sconcertare.

A seguito delle irregolarità riscontrate dai Carabinieri Forestali sulla detenzione di alcuni uccelli ad Annone Veneto e del sequestro degli stessi, gli allevatori minacciano una protesta di massa affermando di volersi incatenare in occasione della Sagra dei Osei.

Da anni osteggiamo con ogni mezzo lo svolgimento del crudele evento, e abbiamo subito anche una denuncia per diffamazione dall’associazione organizzatrice Pro Sacile, poi archiviata dal GIP di Pordenone in quanto priva di fondamento.

Come si legge su un articolo del Messaggero Veneto di oggi, 28 agosto, Lorena Bin, Presidente di Pro Sacile, ha commentato così la situazione: “I controlli sul rispetto delle norme e le regolarità delle condizioni degli uccelli vanno fatti, ma senza creare condizioni di tensione. Gli allevatori sono pronti alla protesta, vedremo se domenica si attiveranno con un flash mob incatenati”.

Non si capisce la ragione per cui dei normali, dovuti accertamenti da parte delle autorità debbano essere percepiti come una vessazione da parte dello Stato, a meno che ovviamente i soggetti attenzionati non abbiano qualcosa da nascondere.

Si ricorda ad esempio l’allevatore al quale erano stati sequestrati gli uccelli esposti alla Sagra di Sacile nel 2021, da noi denunciato per i reati di ricettazione, detenzione abusiva di uccelli particolarmente protetti e detenzione di fringillidi in numero superiore a cinque, condannato lo scorso anno alla messa alla prova dal Tribunale di Pordenone.

Gli atti del procedimento da noi sostenuto dimostrano come la Sagra di Sacile possa essere considerata un punto focale per coloro che vogliono commettere reati connessi alla detenzione illecita della fauna. Se gli allevatori non gradiscono i controlli dell’autorità, la smettano di detenere uccelli imprigionati a vita e di sfruttarli sconsideratamente, almeno finché la Sagra dei Osei di Sacile, così come tutti gli altri eventi simili, non verrà definitivamente cancellata in nome dei loro diritti inviolabili.

Qualora gli allevatori decidano di dare seguito alle minacce di attuare questa scriteriata protesta, noi di LAV ci auguriamo  che gli stessi restino in catene per tutta la loro vita.

Forse soltanto così riusciranno a comprendere e a empatizzare con gli uccelli che costringono a vivere in condizioni pietose privati della loro libertà.