L'anacronistica competizione tra centinaia di uccelli appartenenti a specie selvatiche imprigionati e costretti a cantare non si è svolta.
Per la prima volta nei 751 anni della manifestazione non si è disputato il concorso canoro che vede in gara 10 categorie di uccelli, centinaia di volatili appartenenti a specie selvatiche costretti a cantare.
Come riportato dagli organi di stampa, la protesta degli allevatori nasce in seguito alle sanzioni comminate dai funzionari del controllo venatorio e dei carabinieri forestali alla fiera ornitologica di Annone Veneto.
Le presunte violazioni riguarderebbero la manomissione degli anelli identificativi che vengono apposti agli uccelli. Alcuni risulterebbero non allevati, ma catturati con la barbara e crudelissima, quanto illegale, pratica dell'uccellagione.
In sostanza: l'evento è stato cancellato perché gli allevatori, allergici ai controlli dell’autorità hanno deciso di non partecipare in segno di protesta.
Avevano forse qualcosa da nascondere? Da non far controllare?
A nostro parere si tratta di una implicita ammissione di responsabilità.
La Sagra di Sacile può essere infatti considerata un punto di collegamento con le attività illegali di cattura degli uccelli selvatici, come sostenuto dal Piano nazionale antibracconaggio del Ministero dell’Ambiente.
Noi continuiamo a lottare perché tutte le sagre e le fiere che comportano l’esposizione di animali siano definitivamente cancellate.
La tradizione non giustifica mai l'imposizione di sofferenza e la privazione della libertà di altri esseri senzienti. MAI.