Il prossimo 5 e 6 settembre è in programma la 747^ edizione della “sagra dei osei” di Sacile (Pordenone), un evento nel quale circa 20.000 visitatori entreranno in contatto con 50.000 animali fra selvatici, esotici e domestici, manipolati e venduti da centinaia di espositori.
In questa situazione è evidente che il distanziamento fra le persone come anche l’uso di mascherine e gel igienizzante, rappresentano misure del tutto inadeguate in un contesto nel quale vi è un continuo, stretto contatto fra le persone e gli animali rinchiusi nelle gabbie o in semplici recinti senza copertura, a portata di mano di adulti e bambini, quando non diventano anche oggetto di compravendita passando quindi di mano in mano.
Anche per questi motivi, la sagra di Sacile può essere considerata un “nostro wet market”, un mercato cioè che, analogamente a ciò che avviene quelli asiatici, mette a stretto contatto gli animali selvatici con altri animali e persone, favorendo così il salto di specie di qualsiasi patologia, come successo nel wet market cinese di Wuhan che ha dato avvio alla pandemia da Coronavirus.
“Non possiamo accettare di correre un rischio di questa portata, specie con l’emergenza Covid ancora in atto, consentendo lo svolgimento di un evento che potrebbe generare ulteriori nuove diffusioni di patologie – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali Selvatici – abbiamo quindi coinvolto i Ministri della Salute e dell’Ambiente e il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, chiedendo loro un intervento urgente per sospendere la Sagra dei osei di Sacile!”
Di fronte a quasi 600 mila morti, non possiamo ignorare la lezione impartita al mondo intero dal Coronavirus: dobbiamo mantenere quanta più distanza possibile fra le persone e gli animali selvatici. Per questo la sagra dei osei di Sacile e tutte le altre sagre del genere devono essere immediatamente sospese, a tutela della salute di tutti i cittadini.
Foto (C) Animalisti FVG