Una nuova ricerca a cura dell’Università della Carolina del Nord (USA) ha rilevato che un ceppo di coronavirus, responsabile di un recente allerta tra gli allevatori di suini in Cina, è in grado di effettuare anche il passaggio all’uomo.
Da quando è stato scoperto nel 2016, il virus ha già infettato animali negli allevamenti in tutta la Cina, provocando diarrea grave e vomito, letali per i maialini. I dati emersi dallo studio indicano come SADS-CoV disponga di un'ampia gamma di possibili ospiti e di un potenziale intrinseco di diffusione da animali a umani, con i suini come specie intermedia. La minaccia per le persone è stata provata in test di laboratorio: SADS-CoV si replica nelle cellule intestinali e delle vie aeree umane.
Gli allevamenti di animali sono come bombe a orologeria innescate per la propagazione di nuovi virus.
La dismissione di questi sistemi di "produzione" alimentare - basati sullo sfruttamento e sostenuti da scellerate politiche poco lungimiranti rispetto agli irreparabili danni in un futuro non lontano - sarebbe una delle soluzioni possibili per bloccare l’avanzata di virus noti e di patogeni ignoti, pronti a "fare il salto".
Per scongiurare il pericolo, il comportamento del singolo è sempre e comunque fondamentale: evitando di consumare alimenti di origine animale e facendo pressione su tutti gli attori politici e istituzionali perché promuovano la transizione verso le proteine vegetali conferiamo al nostro agire il valore aggiunto e la forza concreta necessari per garantire un futuro al Pianeta.
Il prossimo passo da compiere?
Unirsi a quanti già sostengono il manifesto LAV #NONCOMEPRIMA
Paola Segurini, Area Veg e Roberto Bennati, Direttore Generale LAV