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Rovigo: donna uccisa dal figlio con la pistola non custodita di un cacciatore

Troppo spesso accadono fatti di sangue riconducibili a una irresponsabile gestione delle armi, che vengono regolarmente definiti incidenti.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 05 aprile 2023

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#caccia #armi #veneto
Animali selvatici

Stop alla caccia in città

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Spesso nell'ambito della caccia accadono fatti di sangue che vengono definiti incidenti

Quando a uccidere è un’arma da fuoco, non si può mai parlare di incidente. Se c’è un'arma, prima o poi ci sarà anche lo sparo. E uno sparo può colpire chiunque e interrompere per sempre una vita, che sia di un essere umano o di un animale.

La tragica morte di una donna, uccisa in provincia di Rovigo da un colpo di pistola esploso dal figlio di 8 anni, è riportata dai mass media come un tragico incidente. Tuttavia, la ricostruzione di quanto accaduto richiama ancora una volta al tema della mancata custodia delle armi. Risulta infatti che quella pistola fosse detenuta in un capanno insieme a quattro fucili da caccia, tutte armi di proprietà della stessa persona. Una custodia evidentemente solo teorica, visto che un ragazzino di 8 anni è riuscito a impossessarsi dell’arma con le drammatiche conseguenze ormai note a tutti.

Non si può quindi derubricare a semplice incidente quanto accaduto. Detenere armi da fuoco comporta precise responsabilità nella loro custodia e nel loro utilizzo. Il proprietario della pistola non ne ha garantito la sua custodia, assumendosi così la responsabilità delle conseguenze generate dalla sua condotta omissiva.

Tuttavia, troppo spesso accadono fatti di sangue riconducibili a una irresponsabile gestione delle armi, che vengono regolarmente definiti incidenti. E’ caso di qualche giorno fa anche quello di un uomo che, volendo sparare al cane per non pagare le spese veterinarie necessarie a curarlo, abbia non solo ucciso l’animale, ma anche ferito un passante. Accade spesso nell’ambito della caccia. Anche nel corso dell’ultima stagione venatoria, si è avuta notizia di cacciatori che hanno sparato a loro compagni di battuta, quando, allertati da un rumore, hanno tirato il grilletto del fucile senza neppure accertarsi di chi fosse inquadrato nel mirino.

È evidente che, anche nel caso dei morti e feriti durante la caccia, non si può assolutamente parlare di incidenti. Chiunque spari senza sapere dove andrà a finire il suo colpo, si assume la responsabilità di un comportamento criminale! Massimo Vitturi, area Animali Selvatici

La recente approvazione dell’emendamento “caccia selvaggia”, inserito nella Legge di bilancio 2023, che consente ai cacciatori di sparare tutto l’anno anche nelle città, non potrà che aggravare ulteriormente la situazione, comportando conseguenti rischi per tutti i cittadini.

Consentire la circolazione, in paesi e città, di cacciatori come quello proprietario della pistola che ha ucciso la donna in provincia di Rovigo, significa assumersi la responsabilità di ogni cosiddetto “incidente di caccia” che potrà d’ora in poi accadere.

Per arginare l’invadenza dei cacciatori nelle vite dei cittadini, la LAV ha lanciato una campagna con la quale chiederà a Sindaci e Prefetti di istituire il divieto di caccia all’interno delle aree urbane così da garantire la sicurezza di cittadini e animali.

Diciamo stop alla caccia selvaggia!

Ogni anno sono milioni gli animali ammazzati dai fucili dei cacciatori e decine i morti e i feriti fra gli esseri umani. Ora, con la caccia che arriva sotto casa, siamo tutti bersagli.

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