Lo sfruttamento criminale degli animali è su tutto il territorio nazionale e non conosce limiti.
È stato presentato oggi presso lo spazio “Europa Experience- Spazio David Sassoli” a Roma il 25esimo Rapporto Zoomafia di LAV, un documento che analizza lo sfruttamento criminale di animali basandosi sui dati delle Procure di tutta Italia.
Alla presentazione del Rapporto, che ha il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto, sono intervenuti l'On. Jacopo Morrone, Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, Ciro Troiano, Responsabile dell'OsservatorioNazionale Zoomafia LAV e Gianluca Felicetti, Presidente LAV.
Il Rapporto Zoomafia fotografa un'Italia che viviamo ogni giorno, ma di cui a volte non si hanno i codici per analizzare i fenomeni che potrebbero sfuggirci.
I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come denunciamo da un quarto di secolo ormai, rappresentano un'importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco. Le varie indagini svolte nel corso degli anni nel nostro Paese hanno fatto emergere una realtà zoomafiosa, composita, articolata, anche con capacità di tessere rapporti collusivi con appartenenti alla pubblica amministrazione. Si tratta di gruppi molto dinamici sotto il profilo economico, che fanno uso di modalità operative particolarmente sofisticate, diramati su tutto il territorio nazionale e con intrecci internazionali
Insieme all'On. Morrone hanno partecipato anche il Vicepresidente della stessa Commissione, l'On. Francesco Emilio Borrelli e la On. Eliana Longi, oltre a rappresentanti dell'Arma dei Carabinieri Forestali, della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera.
Combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, traffico di cuccioli, truffe nell'ippica, business illegale dei canili, contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato, macellazioni clandestine e abigeato, pesca di frodo e illegalità nel comparto ittico, uso di animali a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga, traffici di animali via internet e zoocriminalità minorile: questi gli argomenti analizzati nel Rapporto Zoomafia 2024 da Ciro Troiano, criminologo e responsabile Osservatorio Zoomafia LAV.
In questa XIX legislatura l'area di competenza della Commissione che mi onoro di presiedere è stata ampliata a più settori. Tra questi, l'ambito che riguarda le attività illecite legate al fenomeno delle zoomafie e alla verifica della corretta applicazione del Titolo IX bis del codice penale, comprendente gli articoli da 544-bis a 544-sexies, in merito ai delitti contro gli animali di maltrattamento, sfruttamento, detenzione incompatibile con la natura dell'animale, abbandono, commercio clandestino, traffico di specie in via d'estinzione e lo sfruttamento criminale di animali, in particolare combattimenti o competizioni illegali. Una realtà che purtroppo non è ancora abbastanza esplorata nonostante attiri sia la criminalità organizzata, sia quella comune con un esteso giro di affari illegali. La Commissione ha già aperto uno specifico ‘filone' di inchiesta su queste condotte criminali che certamente si avvarrà dell'esperienza delle forze dell'ordine che svolgono attività di contrasto in questo settore e del prezioso supporto di studio e analisi di un'associazione di provata esperienza come la LAV.
Il
quadro che proponiamo si basa sui dati ottenuti da un campione pari al 75% di
tutte le Procure della Repubblica d'Italia.
Un dato statisticamente più che
rappresentativo.
I dati raccolti sono relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2023, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali.
Proiettando su scala nazionale i dati delle Procure che hanno risposto, pari al 75% delle Procure italiane, tenendo presenti le dovute variazioni e flessioni, nel 2023, sono stati aperti circa 24 fascicoli, con circa 13 indagati al giorno, per reati a danno di animali.
Come sempre, ricordiamo che si tratta di stime basate su un campione e non sul numero totale delle Procure italiane, che non hanno la pretesa di essere esaustive, ma solo indicative, e che il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti.
Il reato più contestato è quello di uccisione di animali, con 2819 procedimentipari al 39,60% del totale dei procedimenti per crimini contro gli animali registrati presso le 127 Procure sia ordinarie che minorili che hanno fornito i dati, con 474 indagati.
Come sempre, però, la stragrande maggioranza delle denunce per uccisione di animali è a carico di ignoti, che nel 2023 hanno rappresentato ben l'87%.
Seguono:
Anche per il 2023 la Procura di Brescia, sempre in base al campione del 75% analizzato, si conferma quella con più procedimenti iscritti per reati contro gli animali: 323 con 266 indagati. Seguono Verona con 233 procedimenti e 69 indagati; Udine con 213 procedimenti e 78 indagati; Catania con 179 procedimenti e 69 indagati; Bergamo con 167 procedimenti e 66 indagati; Trento con 153 procedimenti e 22 indagati; Cagliari con 142 procedimenti e 78 indagati; Roma con 136 procedimenti e 75 indagati.
Il quadro che emerge dal nuovo Rapporto Zoomafia descrive una pericolosa e ramificata diffusione dei crimini che lucrano sulla pelle degli animali contro i quali, per diversi aspetti, Polizie e Procure hanno oggi delle armi spuntate. Ci chiediamo come mai sia ferma da più di sei mesi alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati l'approvazione delle proposte di Legge per inasprire le pene e rendere più efficaci le norme per perseguire i reati contro gli animali, approvazione dovuta anche in attuazione dell'articolo 9 della Costituzione.