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Oltre 4.000 visoni morti in Italia a 2 anni dal divieto degli allevamenti di pellicce

Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, non ha ancora regolamentato la cessione degli animali ai centri di ricovero. Quanto ancora devono soffrire?

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Ultimo aggiornamento

lunedì 08 maggio 2023

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Visoni: nuovo focolaio di coronavirus in un allevamento italiano

Nuovo focolaio di coronavirus SARS-CoV-2 all’interno di un allevamento di visoni, quello di Calvagese della Riviera, nel bresciano, dove vivono all’interno di minuscole gabbie di rete metallica oltre 1600 visoni. E’ il quarto focolaio di covid in un allevamento italiano.

I visoni, finalmente liberi dall’uccisione per farne delle pellicce grazie ad una battaglia lunga anni da parte di noi di LAV, dal gennaio 2022 e l’entrata in vigore del divieto nazionale agli allevamenti di pellicce, aspettano di essere trasferiti in strutture di ricovero, che possano garantire loro una vita più dignitosa fino alla fine naturale dei loro giorni.

Solo pochi giorni fa avevamo lanciato un nuovo appello al Ministro Lollobrigida denunciando l’enorme, insostenibile, ritardo nella definizione delle procedure per il trasferimento dei visoni dagli allevamenti di pellicce alle strutture di ricovero.

È evidente come continuare a tenere migliaia di visoni stabulati in sistemi intensivi costituisca un grave rischio per la salute non solo dei visoni stessi, ma anche per l’uomo, dato che questi allevamenti sono possibili serbatoi del coronavirus. E il silenzio e l’inattività di chi dovrebbe tutelare la salute pubblica –umana e animale, come abbiamo visto, intrinsecamente correlate -hanno fatto il resto.

Adesso questi visoni saranno uccisi per eliminare il focolaio, così come accaduto lo scorso anno per altri 1.600 visoni che potevano essere “liberati” dell’allevamento di Galeata, in occasione del terzo focolaio.

Basta ritardi! Ogni giorno in più in gabbia riduce le possibilità di salvezza per gli ultimi visoni sopravvissuti alla crudeltà dell’industria della pelliccia e la loro reclusione è una minaccia per la loro vita e per la salute pubblica! Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free