Il Ministero dell’Ambiente non ha ritenuto idoneo il Delfinario di Rimini alla concessione della licenza di giardino zoologico, ai sensi del Decreto Legislativo 73/2005, disponendone la chiusura. La comunicazione della firma del decreto da parte del Ministro dell’Ambiente è stata inviata in risposta a una formale richiesta della associazioni.
E’ quindi stata posta la parola fine ad ogni tentativo di riapertura della struttura: il Delfinario di Rimini, quindi, non potrà riaprire, né con i delfini né con animali appartenenti a qualunque specie. Questo, grazie al nostro intervento e alle azioni mirate contro la riapertura tanto pubblicizzata quanto illegale.
Già il 31 luglio 2013, in seguito alle numerose segnalazioni delle Associazioni, il Corpo Forestale dello Stato, servizio Cites, effettuò un sopralluogo presso il Delfinario di Rimini, accertando gravi criticità circa la rispondenza della struttura ai requisiti previsti dalla normativa vigente - Decreto Ministeriale 469/2001 relativo alla modalità di detenzione in cattività di delfini appartenenti alla specie Tursiops truncatus e decreto di ratifica della direttiva sugli zoo Dlgs 73/05 - oltre a rilevare gravi carenze sulla condizione di benessere, salute e igiene degli animali.
In conseguenza di queste gravissime condizioni di detenzione dei delfini e delle evidenti responsabilità ascritte alla gestione della struttura e dei suoi responsabili, il Corpo Forestale dello Stato procedette quindi all’esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo degli animali, detenuti presso la struttura di Rimini e al loro trasferimento nell'Acquario di Genova, dove si trovano attualmente.
Oltre ai proprietari e ai gestori del delfinario, anche il Comune di Rimini prenda atto della illegalità rappresentata dalla ormai ex prigione per animali, presente sul suo territorio e restituisca l’area alla cittadinanza e ai turisti, cancellando l’onta dell’ergastolo per gli animali.
Questo importante risultato è frutto di mesi di indagini all’interno dei delfinari italiani e siamo certi che questo rappresenti un altro passo verso la chiusura di tutte le strutture italiane che espongono animali.
Barbara Paladini