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Traffico illegale di uccelli da richiamo, tre bresciani a processo

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Ultimo aggiornamento

domenica 19 gennaio 2020

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Erano stati arrestati a dicembre scorso, perché colti in flagranza mentre trattavano la compravendita di 127 uccelli illegalmente detenuti, i tre uomini che venerdì 17 gennaio sono comparsi davanti al Giudice del Tribunale di Brescia.

Gli animali dovevano poi essere smerciati ai cacciatori per l’uso come richiami nella caccia da appostamento. Tutti gli imputati hanno richiesto la messa alla prova, accordata dal Giudice. Questo non costituisce un’ammissione di responsabilità ma, semplicemente, una scelta obbligata per evitare di aprire un dibattimento nel quale sarebbero stati probabilmente riconosciuti colpevoli, viste le schiaccianti prove a loro carico risultanti dalla lettura dei verbali che hanno portato al loro arresto.

Il Giudice ha disposto che i tre uomini ora dovranno rifondere all’ISPRA – il massimo istituto scientifico nazionale per lo studio della fauna selvatica - e alla LAV il danno economico causato dalla loro condotta illecita nei confronti degli animali selvatici.

Avremmo certamente preferito che gli imputati venissero processati per rispondere penalmente dei loro reati, visto anche che non sono nuovi a comportamenti del genere, ma siamo ugualmente soddisfatti perché siamo certi che il dover mettere mano al portafogli sarà per loro certamente più grave che qualsiasi pena detentiva che sarebbe stata comunque sospesa.

Gli uccelli sequestrati sono stati tutti affidati al centro di recupero WWF Valpredina che a breve procederà alla loro liberazione.