Anche quest’anno, domenica 20 settembre, circa 650.000(*) cacciatori italiani si ritroveranno pronti a imbracciare i fucili, inaugurando una nuova stagione venatoria che, prevedibilmente, tornerà a mietere vittime tra animali ed umani.
Uno scenario tragico, aggravato dallo stato di illegittimità in cui versano molte delle Regioni italiane, in grave difetto riguardo il PFVR – Piano Faunistico Venatorio Regionale – atto amministrativo che ha il compito di definire periodicamente la compatibilità tra le modalità per lo svolgimento dell’attività venatoria ed il territorio.
Alla riapertura della caccia, infatti, si riscontra uno stato di irregolarità diffuso e consolidato nel tempo: molte Regioni sono dotate di PFVR vecchissimi ed obsoleti o che addirittura un piano non l’hanno mai avuto, in evidente violazione della Legge quadro nazionale n.157 del 1992 sulla tutela della fauna selvatica e la caccia.
“Per più di cinque mesi, milioni di animali innocenti saranno uccisi dai cacciatori di tutta Italia. In molti casi senza l’adeguata pianificazione prevista dalla legge, a sostegno di un’attività tanto crudele quanto anacronistica, oppure su terreni dove i cittadini non possono esercitare il loro diritto di istituire il divieto di caccia – commenta Massimo Vitturi, Responsabile del Settore Animali Selvatici della LAV – la caccia si conferma così un’attività insensata e spesso illegittima, ed è anche per questi motivi che da sempre ci battiamo perché essa venga abolita definitivamente”.
(*) Fonte: LAC