Le imminenti elezioni portano speranze anche agli animali “da laboratorio”.
Si torna a parlare di Harlan, il tristemente noto stabulario che alleva e fornisce animali per la vivisezione, tra cui primati non umani. Questo colosso mondiale della vivisezione ha 3 stabilimenti in Italia: il primo si trova a San Pietro al Natisone, vicino ad Udine, dove vi è anche la sede della società, mentre le due unità locali sono situate a Correzzana (in provincia di Monza e Brianza) e a Bresso (Milano).
Negli ultimi anni sono state numerose le proteste degli animalisti, in particolare del NO HARLAN GROUP, che ha riunito varie realtà tra cui LAV, OIPA, ENPA, Animalisti italiani, Imperatrice nuda e Animalisti FVG.
Ora apprendiamo dalla stampa che l’Amministrazione comunale di Monza il 20 maggio 2013 scrisse al Ministero della Salute, alla Regione Lombardia e alla Prefettura di Monza: “Si comunica che le autorizzazioni sindacali rilasciate in data 21 aprile 2009 alla ditta Harlan Laboratories Srl e aggiornate il 24 agosto 2011, sono state modificate revocando l’autorizzazione ad allevamento e a stabilimento fornitore di primati”, notizia confermata dall’attuale vicesindaco, Mario Corbetta, candidato sindaco per la lista Uniti per Correzzana.
Speriamo lo stabulario di Correzzana sia chiuso per sempre e che tale decisione sia solo il punto di partenza.
Continueremo a lottare per la fine delle sperimentazioni anche negli altri stabulari della Harlan, e di tutta la vivisezione, anche per un Paese che sta cambiando e orienta i laboratori verso metodi che non si avvalgono di animali, come oltretutto voluto dal contesto normativo.
Michela Kuan- Responsabile del Settore Vivisezione della LAV