La consultazione pubblica sulla revisione della normativa europea, su cui la Commissione UE è impegnata nell’ambito della strategia Farm to Fork, che ha raccolto poco meno di 60.000 risposte nel periodo da ottobre 2021 a gennaio 2022, ha registrato un tasso di risposta tra i più alti in consultazioni di questo genere.
Un segnale che conferma la sempre crescente attenzione dei cittadini per le condizioni di vita degli animali allevati, e che impone un’adeguata considerazione da parte delle istituzioni europee e nazionali.
Entro il 2023, infatti, la Commissione UE dovrà provvedere ad una revisione complessiva delle norme che tutelano gli animali allevati nell’Unione, tenendo conto dell’evidenza scientifica disponibile ed al fine di assicurare loro una protezione adeguata.
I risultati mostrano che una netta maggioranza della società civile, tra associazioni e cittadini, chiede maggiore protezione ed inclusione di più specie nella normativa europea, che ad oggi esclude ancora mucche, tacchini, conigli, oche, anatre, quaglie tra gli altri, e ribadisce la necessità di fornire ai cittadini informazione trasparente sulle condizioni di vita degli animali coinvolti in attività produttive e commerciali.
Viene chiesta con forza anche la fine delle gabbie negli allevamenti in Europa, su cui la Commissione si è impegnata lo scorso giugno in seguito al risultato storico dell’Iniziativa dei Cittadini Europei End The Cage Age, che ha raccolto più di 1 milione e 400 mila firme, proprio per chiedere l’abolizione dell’allevamento in gabbia dall’Unione, che oggi confina ancora oltre 300 milioni di animali all’anno, calpestandone le necessità etologiche e la possibilità di esprimere la propria natura.
Dalla consultazione emerge anche la richiesta dei cittadini di abolire le pratiche di stordimento inadeguate, che infliggono sofferenza agli animali, come lo stordimento dei polli con bagno elettrificato, ma anche l’uccisione dei pulcini maschi appena nati – il cui divieto a partire dal 2026 è stato recentemente approvato in Italia - nonché la necessità di prevedere nuove regole per l’abbattimento dei pesci allevati, ad oggi senza alcuna protezione.
E ancora, emerge la richiesta di limitare il trasporto di animali vivi, vietando l’esportazione verso Paesi terzi e il trasporto dei vitelli non svezzati. Il trasporto è un momento cruciale nella vita degli animali allevati, cui va riservata particolare attenzione per evitare sofferenze e privazioni inaccettabili. Proprio su questo è stata al lavoro la Commissione ANIT del Parlamento europeo, portando all’approvazione di raccomandazioni parzialmente positive per migliorare la protezione degli animali durante il trasporto, ma che la Commissione UE è chiamata a rivedere ed integrare in maniera molto più ambiziosa, in vista della revisione normativa che verrà presentata a fine 2023.
Inoltre, il supporto massiccio per un'etichettature trasparente, che includa anche informazioni sul trasporto e sulla macellazione degli animali, mostra ancora una volta l’interesse e la preoccupazione crescenti dei cittadini e dei consumatori rispetto alle condizioni di vita degli animali negli allevamenti. Tale risultato sottolinea una volta di più la necessità di tenere conto di questa evoluzione anche in Italia, dove il Ministero della Salute e il Ministero delle Politiche agricole sono più volte stati chiamati a modificare il decreto sull’etichettatura SQNBA per il benessere animale, che nella forma attuale non chiarisce il metodo di allevamento né garantisce il rispetto delle caratteristiche di specie degli animali, fornendo quindi un’informazione fuorviante ai consumatori.
“Si tratta di un risultato molto incoraggiante, che conferma la necessità di mettere mano in modo significativo e ambizioso alle norme di tutela degli animali, per garantire un drastico miglioramento delle loro condizioni di vita. La Commissione UE colga questa occasione fondamentale per adeguare la normativa alle recenti evidenze scientifiche e rispondere alle richieste dei cittadini. Le nuove regole dovranno assicurare a ciascun animale allevato una vita in salute e senza mutilazioni, la possibilità di nutrirsi secondo natura, di mettere in atto comportamenti naturali, per esempio esplorando l’ambiente circostante, interagendo con i propri simili, esprimendo i propri istinti nella relazione madre-figlio, nonché la possibilità di vivere esperienze positive. – dichiara Lorenza Bianchi, responsabile LAV, Animali negli Allevamenti - La protezione degli animali allevati, infatti, non si riduce all’eliminazione del dolore e della sofferenza: ciascun animale ha una sua individualità che va rispettata ed una motivazione che deve essere espressa attraverso esperienze positive nella quotidianità. È un primo passo fondamentale sulla strada verso la fine dello sfruttamento degli animali allevati a scopi alimentari”.