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Rapporto Zoomafia 2022

Il nuovo Rapporto, alla sua ventitreesima edizione, analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità, nel 2021.

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mercoledì 06 luglio 2022

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Pubblicato il rapporto Zoomafia 2022

Combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, truffe nell’ippica, business illegale dei canili, contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato: sono solo alcuni dei reati analizzati nel Rapporto Zoomafia 2022 di LAV, a cui si aggiunge l’analisi dei reati a danno di animali eseguita con l’esame dei dati rilasciati dalle Procure italiane. Una fotografia unica della criminalità a danno di animali italiana. Il nuovo Rapporto Zoomafia è alla sua ventitreesima edizione ed è stato redatto con il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto.

Da anni raccogliamo i dati relativi ai crimini contro gli animali dalle Procure italiane al fine di avere una visione affidabile, ancorché non esaustiva, dei vari reati consumati nel nostro Paese. Il quadro che proponiamo si basa sui dati ottenuti da un campione pari al 70% di tutte le Procure della Repubblica d’Italia. Un dato statisticamente rappresentativo, anche se c’è da registrare un’inspiegabile diminuzione delle risposte da parte delle Procure rispetto agli altri anni, nonostante richieste e solleciti”. – afferma Ciro Troiano, criminologo, autore del Rapporto e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV.

Esaminando i dati di un campione di 105 Procure su 169, tra Ordinarie e Minorili, che hanno inviato dati sia per il 2020 che per il 2021 (un campione pari al 62% di tutte Procure) si registra un aumento dei procedimenti nel 2021, rispetto al 2020, pari al +3% (6428 fascicoli nel 2020 e 6621 nel 2021); mentre il numero degli indagati è diminuito del -4,10% circa (3675 indagati nel 2020 e 3524 nel 2021).

Proiettando, quindi, su scala nazionale i dati delle Procure che hanno risposto, pari al 70% delle Procure italiane, tenendo presenti le dovute variazioni e flessioni, possiamo stabilire che, nel 2021, sono stati aperti circa 26 fascicoli al giorno, uno ogni 55 minuti; con circa 14 indagati al giorno, uno ogni 103 minuti, per reati a danno di animali. Si registra a livello nazionale un tasso di 15,5 procedimenti e di 8,6 indagati ogni 100.000 abitanti.

"Ricordiamo che i nostri dati si riferiscono ai reati registrati e non includono altri illeciti puniti con sanzioni amministrative” precisa Ciro Troiano.

Dall’analisi si evince che il reato più contestato è quello di Uccisione di animali, con 2624 procedimenti - pari al 34,90% del totale dei procedimenti per crimini contro gli animali registrati presso le 118 Procure che hanno fornito i dati -, con 428 indagati. Per il secondo anno consecutivo, da quando seguiamo l’andamento criminale dei reati a danno di animali, il reato di uccisione di animali si posiziona al primo posto superando quello di maltrattamento di animali. Come sempre, però, la stragrande maggioranza delle denunce per uccisione di animali è a carico di ignoti, che nel 2021 hanno rappresentato ben l’86,24%.

Anche per il 2021 la Procura di Brescia, sempre in base al campione del 70% analizzato, si conferma quella con più procedimenti iscritti per reati contro gli animali: 538 con 363 indagati. Come sempre la maggioranza dei procedimenti riguarda i reati venatori o contro la fauna selvatica: 280 pari al 52,04% del totale, con 281 indagati pari al 77,41% del totale degli indagati. È noto che la provincia di Brescia rappresenta l’hotspot del bracconaggio più importante d’Italia quindi il numero dei procedimenti per tali reati influisce notevolmente sulla media totale dei reati contro gli animali registrati.

La Procura con meno procedimenti per reati contro gli animali si conferma ancora una volta Savona con 4 procedimenti e 2 indagati. Quest’anno però, stranamente, sugli stessi numeri si attesta la Procura di Napoli Nord che negli anni scorsi ha presentato numeri ben diversi.
Per quanto riguarda i dati delle Procure presso i Tribunali per i Minorenni, i procedimenti sopravvenuti nel 2021, riferiti a 23 Procure su un totale di 29, pari al 79%, sono stati 24 con 32 indagati. Rispetto al 2020, si registra una variazione del +45% dei procedimenti (da 20 sono passati a 29) e del numero degli indagati (passati da 22 a 32).

Le corse clandestine di cavalli rappresentano il fenomeno più preoccupante tra i crimini zoomafiosi e confermano la loro pericolosità.
"Occorrono provvedimenti efficaci e incisivi, e i numeri relativi alle corse clandestine e alle illegalità nell’ippica sono chiari: nel 2021 sono stati registrati 17 interventi delle forze dell’ordine, 12 corse clandestine denunciate, 130 persone denunciate, 32 cavalli sequestrati. In 24 anni, da quando abbiamo iniziato a raccogliere i dati per il Rapporto Zoomafia, ovvero dal 1998 al 2021 compreso, sono state denunciate 4169 persone, sequestrati 1384 cavalli e bloccate o denunciate 149 corse e gare clandestine", afferma Troiano.

Non solo l’ippica clandestina, ma anche quella ufficiale è minacciata dalle infiltrazioni criminali attraverso il controllo delle scommesse clandestine, delle gare truccate, del doping, dei furti di cavalli e delle intimidazioni.
Secondo i dati ufficiali relativi all’elenco dei cavalli risultati positivi al controllo antidoping, ai sensi del regolamento delle sostanze proibite, nel 2021, 60 cavalli che hanno partecipato a gare ufficiali sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. Si tratta di gare svolte negli ippodromi di tutta Italia.

Altro grande affare criminale quello relativo a cani e canili. Secondo i dati in nostro possesso, sempre senza la pretesa di essere esaustivi, nel 2021, stime per difetto, sono stati sequestrati 11 tra canili e rifugi che complessivamente contenevano oltre 1200 cani; 8 le persone denunciate a vario titolo. Dal 2004 al 2021 compreso sono stati almeno 79 i canili sequestrati, con 9213 cani e 200 gatti, e 100 le persone denunciate.
La moda del cucciolo di razza alimenta un traffico milionario e, in questo quadro, la tratta dei cuccioli dai Paesi dell’Est si conferma uno dei business più redditizi che coinvolge migliaia di animali ogni anno e che vede attive vere e proprie organizzazioni transazionali.

Solo nel 2021 sono stati sequestrati almeno 450 cani; 17, invece, le persone denunciate. Dal 2010, anno in cui è entrata in vigore la legge contro la tratta dei cuccioli, fino al 2021 compreso, sono stati sequestrati 7015 cani e 92 gatti (dal valore complessivo di circa 5.612.000 euro). 400, invece, le persone denunciate. Ovviamente sono stime per difetto. L’analisi della nazionalità delle persone denunciate conferma la transnazionalità di questo tipo di reato: russi, ungheresi, bulgari, serbi, moldavi, ucraini, slovacchi, rumeni, polacchi e, ovviamente, italiani.

Il commercio di animali trova come via privilegiata di diffusione la Rete.
"Una nostra recente inchiesta ha dimostrato che solo il 38% degli annunci Internet relativi ad animali in CITES o protetti faceva riferimento all’esistenza di documentazione comprovante la regolarità del possesso, della vendita, o dell’allevamento, mentre per il restante 62%, non vi era nessun cenno alla documentazione – sostiene Ciro Troiano. - Ovviamente il non menzionare l’esistenza della documentazione autorizzativa non indica di per sé l’illegalità del possesso e della vendita, perché non è un requisito richiesto per la pubblicazione degli annunci. Chi verifica che la specie protetta posta in vendita sia di provenienza lecita? Come si fa ad accertare che non sia stata oggetto di cattura illegale o di traffico criminale?", si domanda Troiano.

Tra i motivi per i quali il traffico di fauna selvatica prospera rientra sicuramente l’inefficacia delle sanzioni attualmente previste. Nel mese di maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato tre Schemi di Decreti Legislativi proposti dal Ministro della Salute Speranza, in applicazione del Regolamento Europeo 429/2016 e della Legge di Delegazione Europea 53/2019. Si tratta di un passo importante per garantire più tutela per gli animali e per la salute umana e più prevenzione contro epidemie e pandemie. Tra i punti positivi vi è la modifica dell’art. 727bis del Codice penale con l’aggiunta di una sanzione penale punita con l’arresto da due a otto mesi e con l’ammenda fino a 10.000 euro per chi viola il divieto di commercializzazione di animali selvatici prelevati dall’ambiente naturale. “Riteniamo però che questo non basti a scoraggiare i trafficanti - afferma Ciro Troiano. “Un crimine di natura così importante richiede pene più persuasive e più incisive e per questo la LAV propone alle Commissioni parlamentari e al Ministro ulteriori miglioramenti agli Schemi di Decreti Legislativi anche sotto il profilo sanzionatorio”.

Per quanto riguarda i combattimenti tra animali, nel 2021 non sono state registrate importanti inchieste o operazioni di contrasto, ma solo sporadici sequestri di cani: 52 i pit bull sequestrati in allevamenti clandestini, strutture illegali o in contesti criminali, e 8 le persone denunciate a vario titolo per reati che vanno dal maltrattamento alla detenzione incompatibile di animali. Recentemente, però, nel mese di marzo 2022, la Polizia di Stato ha portato a termine un’importante operazione a Canicattì (AG), località dove già in passato sono stati accertati casi simili, interrompendo un combattimento tra cani e cogliendo sul fatto decine di persone, tra cui due minorenni. Si tratta di un’inchiesta tra le più significative degli ultimi anni, che ha confermato la pericolosità sociale di questo crimine.

Dal 1998 fino al 2021 compreso sono stati sequestrati circa 1342 cani e 120 galli da combattimento. 534 le persone denunciate, comprese 17 arrestate. Almeno 3 i combattimenti interrotti in flagranza. I reati correlati vanno dallo spaccio di sostanze stupefacenti all’associazione per delinquere, dalla violazione di domicilio al furto di energia elettrica, dall’invasione di terreni alla ricettazione degli animali.

"La normativa di riferimento, soprattutto negli aspetti sanzionatori, risulta del tutto inadeguata a contrastare un fenomeno criminale così diffuso – afferma Troiano. Purtroppo, è evidente che, nonostante alcuni casi di maltrattamento incontrino grande eco, questi crimini - e, di conseguenza, i loro agenti - sono tollerati in modo più indulgente dalla legislazione e dalla società in confronto ad altre trasgressioni, in netta coerenza con la prospettiva antropocentrica. Più che pena giusta, ovvero adeguata all’offesa e idonea a risarcire il danno arrecato, scorrendo le condanne delle sentenze, laddove ci sono, si ha la sensazione di trovarsi alla presenza di meri scappellotti giuridici, di una lavata di testa giudiziaria, di poco più di un ammonimento, di una pena meramente formale. In questo contesto, appare ancora più impellente la necessità di rinnovare il nostro apparato giuridico. Purtroppo, la proposta di modifica alla normativa sulla tutela penale degli animali è ferma da mesi nella Commissione Giustizia del Senato e non vi è speranza, ormai, per un’approvazione in questa Legislatura. Ci auguriamo che dopo le elezioni del mese di marzo 2023 il nuovo Parlamento e il nuovo Governo approvino in poco tempo l’inasprimento delle pene con la riforma della legge 189 oggetto della nostra petizione #MISALVICHIPUÒ. Non sono rinviabili ulteriormente le modifiche alla normativa vigente, non solo sotto l’aspetto sanzionatorio, ma più in generale dell’intero sistema di prevenzione e di tutela penale degli animali. È un dovere garantire giustizia, con una pena giusta e proporzionata, alle vittime. A qualsiasi vittima, di qualsiasi specie", conclude Troiano.

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