Siamo secondi in Europa per numero di animali familiari che, secondo il Censis, sono presenti nel 52% delle nostre case. Membri effettivi della famiglia per il 76,8% degli intervistati, i migliori amici per il 60%, e per alcuni veri e propri “figli non umani” (32,9%) (Rapporto Italia di Eurispes 2019).
Eppure il randagismo resta un fenomeno molto diffuso nel nostro Paese: lo conferma la nostra indagine, curata per il quarto anno consecutivo da Ilaria Innocenti, responsabile Animali familiari, che raccoglie i dati di Regioni e Province Autonome, e che ci riporta una situazione lievemente migliorata, ma che rende necessari, soprattutto al Centro-Sud e nelle Isole, interventi mirati a sconfiggere il fenomeno, come le politiche di adozione e gestione responsabile degli animali.
Le adozioni nel 2018 sono infatti diminuite, seppure dell’1%: una tendenza probabilmente influenzata da un regime fiscale poco amico degli animali tra IVA al 22% su prestazioni veterinarie e cibo per animali elevato costo dei farmaci veterinari, e esigua detrazione fiscale sulle spese veterinarie.
Pochi giorni fa, però, sotto la pressione della nostra campagna #IPIUTASSATI, la Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento che aumenta la soglia delle spese veterinarie per gli animali familiari, da un massimo di 387,34 euro a un massimo di 500 euro. Chi ha un animale, non a scopo di lucro, potrà quindi avere un rimborso fino a 73,59 euro anziché 49,06 euro.