Combattimenti tra animali e il traffico di cuccioli, ma anche il bracconaggio organizzato, con l'individuazione di due “blackspot”, ovvero zone dove il fenomeno è particolarmente allarmante: le Prealpi e il delta del Po. Sono i dati che emergono dal Rapporto zoomafia 2020, relativi al Veneto.
L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha analizzato i dati ricevuti da 5 Procure Ordinarie su 7 (non hanno risposto le Procure di Venezia e Vicenza). Proiettando la media dei dati pervenuti su scala regionale, si può stabilire che nel 2019 sono stati registrati circa 690 fascicoli (circa il 7,27 % di quelli nazionali), con un tasso di 14,06 procedimenti ogni 100.000 abitanti; e circa 390 indagati (circa il 6,67% di quelli nazionali), con un tasso di 7,94 indagati ogni 100.000 abitanti.
Tra i fenomeni legati alla fauna selvatica, va segnalato il traffico di animali catturati illegalmente e inanellati con falsi sigilli. Accertata anche la vendita clandestina a scopo alimentare di fauna morta. Desta molta preoccupazione anche la pesca di frodo ad opera di gruppi organizzati che mettono in pericolo l’ittiofauna.