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È possibile sostenere la Ricerca senza finire a finanziare la sperimentazione animale?

Nel periodo delle festività natalizie si moltiplicano le raccolte fondi. Come facciamo a sapere se stiamo finanziando una ricerca scientifica "sana", che non prevede la sperimentazione sugli animali?

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 14 dicembre 2022

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Ricerca senza animali

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Una ricerca senza animali è possibile!

Durante le festività sono davvero numerose le associazioni che avviano raccolte fondi per la ricerca scientifica: le città si riempiono di banchetti e tavoli addobbati a festa, che attirano donatori proponendo dolci, piante e altri regali in cambio di offerte a sostegno della causa.

Dietro queste imponenti azioni di finanziamento per enti che fanno ricerca, però, spesso si può nascondere l’ombra della sperimentazione animale. Sebbene quindi sia fondamentale sostenere l’avanzamento della medicina e della conoscenza scientifica, occorre prestare molta attenzione e comprendere cosa stiamo realmente sostenendo con il nostro denaro.

Se vogliamo essere sicuri di finanziare un’associazione che promuove un tipo di ricerca davvero “sana”, possiamo innanzitutto porre delle domande ai referenti e ai volontari della stessa, per verificare anche solo a voce la loro posizione in merito. Poi possiamo consultare il loro sito, i documenti e lo statuto, che dovrebbero dichiarare in che maniera l’associazione opera e che genere di ricerca scientifica supporta. Possiamo, per esempio, indagare se le ricerche sostenute negli anni precedenti abbiano coinvolto o meno animali: in questo, alcune parole possono essere rivelatrici, come “preclinica” e “modelli in vivo” che spesso, tradotto, significano studi su animali vivi.

LAV sostiene da sempre una scienza senza animali, finanziando progetti e posti di lavoro per giovani ricercatori e creando un avanzamento culturale nelle tecnologie disponibili in vari campi della medicina, dalle staminali, ai tumori, gli inquinanti e l’attualissimo Covid.

Una ricerca senza animali, infatti, è possibile! Per diventare un metodo sostitutivo valido, però, universalmente utilizzato, condiviso e diffuso, tanto da eliminare per sempre la pratica della sperimentazione animale, ha bisogno di maggiori finanziamenti pubblici.

Per questo chiediamo al ministro della Salute Schillaci di incrementare i finanziamenti e di incentivare lo sviluppo e l’utilizzo dei metodi sostitutivi (ad oggi, il rapporto con i fondi per la sperimentazione sugli animali è di appena 1 a 650). Un atto doveroso, che renderebbe la ricerca scientifica innovativa e competitiva e salverebbe animali, oltre 500mila ogni anno, altrimenti condannati alla sofferenza e alla morte.