E’ stato ritrovato alcuni giorni fa in Val Camonica il corpo senza vita del quarto Ibis eremita ucciso dall’inizio della stagione di caccia. Crivellato dai pallini esplosi da un fucile da caccia ed individuato grazie all’apparato GPS di cui era dotato, l’animale, che faceva parte di un ambizioso progetto finanziato dall’Unione Europea per la reintroduzione di una specie sull’orlo dell’estinzione, è stato ucciso da chi evidentemente non è in grado di distinguere una specie da un’altra.
Il grave fatto è accaduto a meno di un mese di distanza dalla condanna di un cacciatore che il Tribunale di Livorno ha riconosciuto responsabile dell’uccisione di ben due Ibis nel 2012.
Chiediamo al Ministro dell’ambiente Galletti, al Ministro dell’agricoltura Martina ed alle Regioni, un atto deciso ma non più procrastinabile: la revoca di tutte le abilitazioni all’esercizio venatorio e la revisione del percorso formativo che porta al loro rilascio.
Inoltre, sottoporremo alla Commissione Europea la necessaria documentazione perché sia aperta una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese, in quanto nella vicenda degli Ibis ha dimostrato di non essere affatto in grado di assicurare la dovuta protezione alle specie particolarmente protette.
di Claudia Squadroni