Puppy Yoga: il maltrattamento dietro all'efficace operazione di marketing
Un'ora di relax praticando yoga e coccolando teneri cuccioli di cane? Benessere assicurato!
È questa la formula vincente su cui si basano i corsi di Puppy Yoga che da qualche mese hanno preso piede anche in Italia.
Partito da Stati Uniti, Canada e Regno Unito, il Puppy Yoga alla fine dello scorso anno ha raggiunto infatti l'Europa e sono moltissime le persone che si iscrivono alle sessioni di attività fisica e coccole senza vedere i numerosi risvolti negativi per gli animali coinvolti.
A seguito delle numerose polemiche sollevate all'estero, in particolare in Inghilterra dove un'inchiesta di ITV News ha messo in luce la reale gestione dei cuccioli durante le sessioni di yoga e l'associazione inglese RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals) ha evidenziato la totale mancanza di benessere per i cani, anche in Italia sono sorte le prime preoccupazioni alla notizia dell'apertura dei primi centri.
LAV ha risposto alle segnalazioni ricevute nei mesi scorsi sottolineando, non solo che attività di questo tipo rappresentano solo una vetrina per commercianti senza scrupoli che considerano i cuccioli solo alla stregua di merce da mostrare e vendere, ma anche tutti i rischi correlati ad una socializzazione forzata da cui i cuccioli non traggono alcun vantaggio, anzi.
Le critiche al Puppy Yoga si sono rincorrono sui social e il recente servizio televisivo di Striscia la Notizia ha mostrato immagini che confermano quanto già denunciato all'estero.
I cuccioli coinvolti nelle sessioni hanno infatti meno di 60 giorni, sono esposti a troppi stimoli per molte ore alterando il ciclo sonno veglia, cruciale in una delicata fase di crescita e vengono lasciati senza acqua per evitare che sporchino la sala urinando.
Chi partecipa a queste sessioni di yoga spesso non conosce le necessità dei cuccioli e l'impatto fortemente negativo che forzature, sovraesposizione agli stimoli e manipolazioni scorrette possono avere sul loro corretto sviluppo comportamentale.
La pubblicizzata “socializzazione” di cui i cuccioli beneficerebbero, non è infatti tale, perché deve essere condotta in modo completamente diverso per essere realmente rispettosa dei tempi e dei bisogni etologici di un cane di poche settimane di vita.
Inoltre, l'approccio con i cuccioli in un contesto dove sono proposti in questo modo, facilita la percezione dell'animale come oggetto da acquistare, senza quindi considerare ciò che realmente comporta dividere la vita con un cane. Il vantaggio, ancora una volta, è solo quello economico di chi alleva i cuccioli e sfrutta un nuovo canale di esposizione e vendita, e di chi organizza il Puppy Yoga vantando un plus rispetto ai corsi tradizionali, attraendo quindi più clientela.
Chiederemo quindi ufficialmente che attività come questa, che sfruttano gli animali dal punto di vista commerciale, non siano considerate terra di nessuno dove tutto è concesso, ma vengano controllate da forze dell'ordine ed enti preposti per verificare il rispetto della normativa in tema di benessere degli animali e loro tracciabilità.