Il
COREPER I, Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell'Unione Europea, non ha approvato la proposta con la quale la Commissione Europea
chiedeva di abbassare lo stato di protezione del lupo. Una proposta che, se fosse stata approvata, avrebbe consentito di aprire la
caccia al lupo.
A
dicembre dello scorso anno, la Commissione Europea aveva avanzato una
proposta di abbassamento dello stato di protezione del lupo da “particolarmente
protetto” a “protetto”, ai sensi della Convenzione di Berna, per poter poi
recepire il cambiamento traslando la specie dall'Allegato IV all'Allegato V
della Direttiva “Habitat”.
Dopo mesi di dibattito nel Consiglio dell'Ambiente,
rivelatisi inconcludenti in quanto solo la Francia aveva espresso
esplicitamente il suo sostegno, la proposta era infine approdata al
parere del COREPER I.
L'analisi scientifica offerta dalla Commissione per
supportare la propria iniziativa non ha convinto un numero sufficiente di Ambasciatori degli Stati Membri.
Il dibattito torna sotto il controllo del Consiglio dell'Ambiente e, in particolare, delle valutazioni della Presidenza Belga, la quale verificherà se la proposta gode di un grado di consenso sufficiente per procedere alla votazione entro la fine di settembre del 2024.
Lo stesso
documento redatto dalla Commissione Europea testimonia che:
- lo stato di conservazione sfavorevole della specie in 6 delle 7 aree biogeografiche
europee.
- il rischio a cui sono esposte tutte le popolazioni a causa della frammentazione degli habitat e della perdita di diversità genetica ,
- l'irrisorietà dell'impatto delle predazioni sugli animali allevati, in quanto
il numero di pecore predate dai lupi rappresenta lo 0.065% della consistenza
totale delle greggi d'Europa.
L'iniziativa della Commissione Europea non è altro che un espediente demagogico, propagandistico, antiscientifico per accattivarsi il favore di cacciatori e allevatori aprendo la caccia al lupo nel continente.
Uccidere i lupi non è solo un espediente inaccettabile in sé, ma,
come dimostra la letteratura scientifica, non può nemmeno conseguire lo scopo
prefissato, in quanto la caccia è del tutto inutile a ridurre le predazioni, se
non addirittura controproducente perché ne stimola l'incremento.
Inoltre,
qualora le sanguinarie pretese di questi gruppi di interesse fossero
soddisfatte, sarebbero vanificati decenni di sforzi,
di compromessi, di investimenti atti a tutelare questi animali e a favorire la
convivenza con le attività umane che si svolgono sui loro territori, creando
un precedente nefasto nel nostro rapporto con tutti gli animali selvatici e gli
habitat europei.
Dopo
diverse richieste di osteggiare questa iniziativa rivolte alle massime
Istituzioni d'Italia, la scorsa settimana avevamo inviato una nota formale
al rappresentante italiano del Comitato dei Rappresentanti Permanenti del
Consiglio dell'Unione Europea, esortandolo a rigettare la proposta della
Commissione. Come sostenuto all'unanimità dalla comunità scientifica
internazionale, l'unica via per conseguire l'ambito obiettivo della
coesistenza con i lupi è:
- insistere non solo sulla prevenzione e sulle strategie di compensazione dei danni
- ma anche su un martellante, capillare progetto
pedagogico e di comunicazione che fornisca alle persone le conoscenze basilari per condividere i propri spazi con questi animali.
L'Italia
si è schierata con i favorevoli o i contrari alla caccia ai lupi? Ad ogni modo non
si ferma la nostra battaglia, in coordinamento con la coalizione europea
Eurogroup for Animals, per ottenere l'archiviazione definitiva di questa
deleteria, irricevibile iniziativa della Commissione Europea avanzata
esclusivamente a scopi elettorali sulla pelle dei lupi.