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Lupo: iniziato il percorso internazionale per abbassarne la protezione

Anche l’Italia favorevole: intervento ideologico a favore di cacciatori e allevatori.

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Ultimo aggiornamento

martedì 03 dicembre 2024

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Una decisione smaccatamente politica

Il Comitato permanente della Convenzione di Berna si è riunito questa mattina a Strasburgo e ha deciso di riclassificare il lupo dastrettamente protetto” a “protetto” ai sensi della Convenzione di Berna.

Si tratta di una decisione smaccatamente politica, che non ha nulla a che vedere con i principi scientifici, tanto che lo stesso IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) nei giorni scorsi aveva pubblicato una dichiarazione ufficiale in cui chiedeva di non adottare la proposta di declassamento perché totalmente antiscientifica, in quanto non tiene debitamente conto dello stato della popolazione europea di lupi e non servirà a migliorare la coesistenza con le comunità rurali.

Questa decisione non tiene quindi in alcun conto la posizione della scienza, a differenza di quanto afferma il Ministro Lollobrigida sui suoi canali dove da invece seguito alle interferenze di quegli stessi politici sempre pronti a incolpare le associazioni di agire per questioni ideologiche. In questo caso dimostra che sono gli stessi politici come lui ad utilizzare il lupo come tornaconto elettorale, in spregio a ogni considerazione della scienza. E lo stesso Ministro dell’ambiente sa che può da sempre decretare l’uccisione di un lupo ma non ha mai avuto il coraggio di proporlo, proprio perché sarebbe una scelta non fondata su basi scientifiche.

Sebbene le popolazioni di lupo si siano riprese in alcune parti d'Europa, sei delle nove popolazioni europee, infatti rimangono in uno stato prossimo alla minaccia di estinzione o vulnerabile, nonostante sempre il Ministro Lollobrigida affermi che in Italia ci sia una presenza eccessiva di grandi carnivori.

UCCIDERE I LUPI NON E' LA SOLUZIONE
È perciò essenziale mantenere elevate misure di protezione, essenziali per garantire che la specie raggiunga e rimanga in uno stato di conservazione favorevole.

Se recepito nella legislazione dell'Unione Europea, il declassamento dello status di protezione del lupo consentirebbe di avviare una nuova stagione di caccia al lupo, ma l'esperienza e i dati scientifici hanno dimostrato che l'uccisione non è una soluzione efficace per ridurre gli attacchi agli animali allevati, al contrario delle misure preventive implementate con successo da molti allevatori in tutta l'Unione Europea.

Il declassamento della protezione non risolverà le sfide della coesistenza e acuirà il contrasto sociale, inoltre la decisione dell'UE di ridurre le protezioni legali per i lupi costituisce un pericoloso precedente per altre specie particolarmente tutelate, come l'orso e la lince. 
Come ben sa il Ministro Lollobrigida che esulta per questa decisione, il cammino per un eventuale abbassamento dello stato di protezione del lupo è molto lungo, senza dimenticare che poi il Governo italiano dovrà adottare la nuova Direttiva europea.

Noi continueremo a batterci per fermare l’attacco alla Direttiva Habitat, prossimo passo orchestrato per poter aprire la caccia ai lupi e non cederemo alle mire di politici desiderosi solo di soddisfare la passione sanguinaria di quei cacciatori che non vedono l’ora di poter spianare i loro fucili contro lupi innocenti.



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mercoledì 25 settembre 2024

Il lupo nel mirino dell'Europa: a rischio la sua protezione

Questa mattina il COREPER I, Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell'Unione Europea, ha dato il suo consenso alla proposta di riduzione dello status di protezione del lupo, formulata dalla Commissione.

Fondamentale per il raggiungimento della maggioranza qualificata è stata la decisione della Germania di sostenere la proposta nonostante un'iniziale indecisione.

Al momento per il lupo non cambia nulla, continua ad essere una specie superprotetta in tutta l'Unione Europea.

A dicembre però il comitato permanente della Convenzione di Berna potrebbe approvare il declassamento che per essere applicato dovrà passare attraverso la revisione della Direttiva Habitat.

Solo a quel punto gli Stati Membri potrebbero recepire la minor protezione della specie nei loro ordinamenti comportando così l'apertura di una stagione di caccia al lupo.

Nel frattempo, noi di LAV, insieme ad Eurogroup For Animals, continueremo a combattere con ogni mezzo per far recedere i Governi nazionali e la Commissione Europea da questa inaccettabile e crudele deriva, voluta da coloro che non hanno mai accettato di utilizzare i sistemi di prevenzione delle predazioni e che ora sono responsabili non solo dello sfruttamento degli animali nei loro allevamenti, ma anche di ogni lupo che dovesse essere ucciso.


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martedì 21 maggio 2024

Caccia al lupo: in Europa non si trova un accordo e prosegue il dibattito

Il COREPER I, Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell'Unione Europea, non ha approvato la proposta con la quale la Commissione Europea chiedeva di abbassare lo stato di protezione del lupo. Una proposta che, se fosse stata approvata, avrebbe consentito di aprire la caccia al lupo.

A dicembre dello scorso anno, la Commissione Europea aveva avanzato una proposta di abbassamento dello stato di protezione del lupo da “particolarmente protetto” a “protetto”, ai sensi della Convenzione di Berna, per poter poi recepire il cambiamento traslando la specie dall'Allegato IV all'Allegato V della Direttiva “Habitat”.

Dopo mesi di dibattito nel Consiglio dell'Ambiente, rivelatisi inconcludenti in quanto solo la Francia aveva espresso esplicitamente il suo sostegno, la proposta era infine approdata al parere del COREPER I.

L'analisi scientifica offerta dalla Commissione per supportare la propria iniziativa non ha convinto un numero sufficiente di Ambasciatori degli Stati Membri.

Il dibattito torna sotto il controllo del Consiglio dell'Ambiente e, in particolare, delle valutazioni della Presidenza Belga, la quale verificherà se la proposta gode di un grado di consenso sufficiente per procedere alla votazione entro la fine di settembre del 2024.

Lo stesso documento redatto dalla Commissione Europea testimonia che:

  • lo stato di conservazione sfavorevole della specie in 6 delle 7 aree biogeografiche europee.
  • il rischio a cui sono esposte tutte le popolazioni a causa della frammentazione degli habitat e della perdita di diversità genetica ,
  • l'irrisorietà dell'impatto delle predazioni sugli animali allevati, in quanto il numero di pecore predate dai lupi rappresenta lo 0.065% della consistenza totale delle greggi d'Europa.

L'iniziativa della Commissione Europea non è altro che un espediente demagogico, propagandistico, antiscientifico per accattivarsi il favore di cacciatori e allevatori aprendo la caccia al lupo nel continente.

Uccidere i lupi non è solo un espediente inaccettabile in sé, ma, come dimostra la letteratura scientifica, non può nemmeno conseguire lo scopo prefissato, in quanto la caccia è del tutto inutile a ridurre le predazioni, se non addirittura controproducente perché ne stimola l'incremento.

Inoltre, qualora le sanguinarie pretese di questi gruppi di interesse fossero soddisfatte, sarebbero vanificati decenni di sforzi, di compromessi, di investimenti atti a tutelare questi animali e a favorire la convivenza con le attività umane che si svolgono sui loro territori, creando un precedente nefasto nel nostro rapporto con tutti gli animali selvatici e gli habitat europei.

Dopo diverse richieste di osteggiare questa iniziativa rivolte alle massime Istituzioni d'Italia, la scorsa settimana avevamo inviato una nota formale al rappresentante italiano del Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell'Unione Europea, esortandolo a rigettare la proposta della Commissione. Come sostenuto all'unanimità dalla comunità scientifica internazionale, l'unica via per conseguire l'ambito obiettivo della coesistenza con i lupi è:

  • insistere non solo sulla prevenzione e sulle strategie di compensazione dei danni
  • ma anche su un martellante, capillare progetto pedagogico e di comunicazione che fornisca alle persone le conoscenze basilari per condividere i propri spazi con questi animali.

L'Italia si è schierata con i favorevoli o i contrari alla caccia ai lupi? Ad ogni modo non si ferma la nostra battaglia, in coordinamento con la coalizione europea Eurogroup for Animals, per ottenere l'archiviazione definitiva di questa deleteria, irricevibile iniziativa della Commissione Europea avanzata esclusivamente a scopi elettorali sulla pelle dei lupi.


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giovedì 21 dicembre 2023

La Commissione europea propone di declassare lo status di protezione dei lupi

La Commissione europea ha annunciato la presentazione di una proposta legislativa per diminuire lo status di protezione dei lupi da "rigorosamente protetto" a "protetto " ai sensi della Conven... LEGGI I DETTAGLI

La Commissione europea ha annunciato la presentazione di una proposta legislativa per diminuire lo status di protezione dei lupi da "rigorosamente protetto" a "protetto " ai sensi della Convenzione di Berna, un iter legislativo complesso che, non è per nulla scontato, determinerà il declassamento della protezione dei lupi.

Si tratta di una proposta che è un evidente tentativo di raggranellare qualche consenso politico in vista delle prossime elezioni europee che si terranno a giugno prossimo ma che si ritorcerà contro gli stessi proponenti visto che non tiene in alcun conto i desideri dei cittadini e i fatti concreti che dimostrano come sia praticabile la convivenza tra i lupi e le attività umane che si svolgono sui loro territori.

Infatti, questa decisione si scontra con l'opinione degli abitanti delle zone rurali dell'Unione Europea, Italia compresa, che hanno sottolineato il loro ampio sostegno alla protezione dei lupi e dei grandi carnivori: in un recente sondaggio condotto tra 10.000 cittadini europei in 10 Stati membri, tra cui l’Italia, il 68% ha affermato che i lupi dovrebbero essere rigorosamente protetti.

Oggi si stima che nell'UE ci siano 20.000 lupi, un numero irrisorio se confrontato agli 86 milioni di pecore allevate. Tra il 2012 e il 2016, il numero annuo di pecore indennizzate a causa della predazione da parte del lupo corrispondeva allo 0,05% del patrimonio ovino svernante, mentre il rischio di attacchi all'uomo è molto basso, inesistente se si applicano le corrette precauzioni quando si entra nei loro territori.

Ancora una volta si profila all’orizzonte il consueto panorama che vede da una parte l’essere umano che si crede padrone del mondo e dall’altra animali che vengono utilizzati come fossero oggetti alla nostra mercé: prima perseguitati fino a giungere sull’orlo dell’estinzione negli anni ’70 del novecento, poi protetti perché utili alla biodiversità e quindi alla sopravvivenza umana, ora di nuovo a rischio perché la politica, nell’illusione di raccogliere qualche consenso elettorale, si affanna a dare ascolto alla parte più estremista e retriva degli allevatori che si rifiuta di utilizzare i sistemi di prevenzione.

La proposta di decisione presentata dalla Commissione Europea, è un atto legislativo che deve seguire un iter complesso.

  • Viene presentata dalla Commissione al Parlamento che può adottarla o introdurre emendamenti.
  • Successivamente il Consiglio dell’Unione
    • potrà accettare le eventuali modifiche introdotte dal Parlamento
    • o restituire una controproposta e avviare quindi una fase di seconda lettura.

In base a questo iter, il lupo mantiene e manterrà quindi il suo status di protezione al massimo livello ancora per molto tempo e non è affatto certo che subirà un declassamento, le roboanti dichiarazioni del Ministro Lollobrigida sono così destituite di ogni fondamento.

Se il Ministro intende realmente tutelare gli animali allevati, si impegni per obbligare gli allevatori ad adottare i sistemi di prevenzione anti predazione, invece di perdere tempo in una insensata crociata anti-lupo.


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